Si è tenuta recentemente la Conferenza “S-Bridge Shale Gas as a Bridge Energy Carrier, from Fossil Fuels to Green Energy” organizzata il 12-13 novembre a Varsavia dal Servizio Geologico Polacco per conto dell’Associazione che raggruppa tutti i Servizi Geologici Europei (EGS-EuroGeoSurveys) e con il patrocinio dell’ International Union of Geological Sciences (IUGS).
Scopo dell’iniziativa era di analizzare la situazione oggi esistente in Europa in merito agli Shale Gas. Si tratta di un dibattito aperto a cui sono interessati esperti dell’Unione Europea, dei governi nazionali, agenzie governative, la International Energy Agency (IEA), università e istituti di ricerca, l’industria ed organizzazioni non-governative (NGOs/ONG).
La Conferenza, utilissima per le informazioni di carattere tecnico-scientifico, ha visto la presentazione di una posizione concordata fra i membri dell’associazione EuroGeoSurveys sull’esplorazione e sfruttamento degli Shale Gas in Europa: "Aware that any process of exploitation of georesources imposes anthropogenic pressure on the natural environment and the combustion of fossil fuels increases global greenhouse gas emissions and influences the climate and the growing demand for energy in Europe will, for some decades, require some nations to rely on fossil fuels, while at the same time changing to other sources of energy.
We consider that the use of fossil fuels which provide lower greenhouse gas emissions such as natural gas, extracted from both conventional and nonconventional resources, can act as a bridge to significantly lower emissions. The potential to bridge rely on in-depth assessments, based on research to be followed up by political and business decisions allowing exploration. These decisions must be based on analyses conducted by non-partisan bodies of Earth science experts, such as those of the National Geological Surveys and will include both natural gas resource assessment as well as environmental impact assessment."
E’ chiaro che il dibattito resta aperto. Troviamo interessante la raccomandazione circa il ruolo di organismi terzi non dipendenti dai poteri politico ed economico.
I contributi presentati a Varsavia sono sotto riportati.
Geologi e shale gas
La posizione concordata tra i geologi europei non dice perfettamente niente.
Ma questa è la normalità: le conclusioni di questo tipo di consessi sono sempre ipocrite o talmente blande da essere insignificanti.
Desta un po' più di sorpresa che AdT non esprima una sua posizione (o almeno non lo fa nell'articolo).
Insomma, non fosse altro per il fatto che per cercare gli shale gas ci sbricioliamo il terreno sotto i piedi, un qualche sussulto ambientalista dovreste averlo. I polacchi, che stanno su una piattaforma continentale, facessero quello che vogliono del loro territorio, ma certo la ricerca degli shale gas in Italia creerebbe ulteriori problemi in un territorio già fragile.
Per cui farò a voi la domanda che ho già rivolto ad ENI senza avere una risposta:
"perchè bucare e frantumare i suoli in cerca di shale gas, quando i fondali degli oceani sono tappezzati di idrati di metano, che appare più facile da estrarre e raffinare, e che sarebbe anche il caso di togliere di lì (per quanto è possibile), prima che il riscaldamento degli oceani (eventualmente ci fosse) li trasformi in gas serra?