EOLICO E FOTOVOLTAICO
Comunicato stampa delle associazioni Italia Nostra, Mountain Wilderness, Comitato nazionale del paesaggio, Comitato per la bellezza, Amici della Terra e LIPU (3 maggio 2013).
Dove trovare i soldi per ridurre o abolire l’IMU sulla prima casa? Su questo quesito si rischia già la prima crisi di governo. A nostro avviso l'attenzione va concentrata anche su quelle imprese che, pur nel colmo di una crisi acutissima, portano a casa e talvolta trasferiscono all’estero, enormi profitti lucrati grazie agli incentivi più alti del mondo assegnati negli anni passati all’eolico ed al fotovoltaico industriali. Pensiamo al “re del vento” Vito Nicastri che con alcuni impianti eolici si era "messo da parte" 1 miliardo e 300 milioni, unicamente in veste di "sviluppatore". Pensiamo al 2007, quando la International Power comprò per un miliardo e 800 milioni di euro soltanto una parte delle centrali eoliche della IVPC dell’avvocato Oreste Vigorito, allora Presidente dell’ANEV (per entità, fu la nona transazione al mondo di quell’anno).
In Italia le rinnovabili elettriche non sono infatti cresciute nel modo misurato e progressivo in grado di farci raggiungere, con equilibrio ed utilità sociale diffusa, il traguardo fissato dalla UE per il 2020. Al contrario sono state date in pasto ad un vero e proprio assalto speculativo, attuato anche attraverso veri e propri colpi di mano. Assalto che ha portato ad invadere vastissime aree agricole a coltura e a deturpare incontaminati paesaggi montani (in evidente spregio dell'art. 9 della Costituzione). Assalto che graverà per 12 miliardi l'anno sulle bollette degli italiani per il prossimo ventennio. Bisogna quindi neutralizzare questi eccessi, ingiustificati sia sotto il profilo del rapporto costi/benefici, sia dal punto di vista degli interessi dell'industria italiana.
Bisogna ridurre in modo sostanzioso l’onere delle decisioni sbagliate assunte in passato, tassando le rendite abnormi che altrimenti continueranno ad arricchire unicamente i produttori industriali di energia eolica e fotovoltaica. Proposte simili sono già state avanzate da autorevoli economisti come Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, e da osservatori attenti delle politiche industriali, come Massimo Mucchetti. Sarebbe utile ora una pronta proposta del Governo, che, nell'emergenza in atto, ha il dovere di non farsi condizionare da lobby speculative, ma di pensare unicamente ad un equilibrato sviluppo delle rinnovabili inquadrato nel più generale interesse dell’Italia e degli italiani.
RIADEGUAMENTO DEGLI INCENTIVI GIA’ ASSEGNATI
Gli incentivi 2012 distribuiti su 56 milioni di abitanti equivalgono a 210 € a testa, superando di molto il costo dell’IMU sulla prima casa.
Gli utenti della rete elettrica sono stati penalizzati a pagare il kWh circa 4 centesimi in più per coprire il costo degli incentivi.
Diversamente, questo innalzamento di 4 cent/kWh, per chi produce energia verde e fa autoconsumo, diventa un ulteriore fonte di guadagno da aggiungersi agli incentivi. Questo ulteriore guadagno di 4 cent/kWh potrebbe essere recuperato dallo Stato per alleggerire i nuovi incentivi a carico degli utenti.
Per quanto riguarda il problema del dispacciamento è ingiusto che chi fa autoconsumo, immettendo energia in rete nelle ore solari per riprenderla la sera, non paga nulla per tale servizio, scaricando però le spese sugli altri.
Visto che ai produttori di energia verde viene concesso il privilegio del totale ritiro della produzione a qualsiasi ora è altrettanto giusto che questo privilegio venga onorato col “totale” pagamento del dispacciamento o quantomeno “in parte preponderante”.