QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 30 settembre Eurostat ha pubblicato i dati sull’efficienza energetica dell’Unione europea del quinquennio 2018-2023. L’indagine Eurostat è basata sulle statistiche UE sul reddito e le condizioni di vita (EU-SILC) ed ha considerato le ristrutturazioni di edifici o abitazioni per migliorarne le prestazioni energetiche, includendo tutte le misure che hanno un impatto sulle condizioni termiche dell'abitazione (aggiornamento dell'isolamento termico in pareti esterne, tetti o pavimenti; sostituzione di finestre con vetro singolo con unità a doppio o triplo vetro; installazione di sistemi di riscaldamento più efficienti).
Secondo i dati nel 2023 il 25,5% della popolazione europea (di età pari o superiore a 16 anni) viveva in abitazioni che avevano subito un miglioramento dell’efficienza energetica negli ultimi cinque anni. Tra i Paesi più virtuosi si segnalano i Paesi Bassi (58,7%), l’Estonia (46,7%) e la Lettonia (36,7%). In fondo alla classifica, invece, Malta (8,4%), seguita da Grecia (11,9%), Spagna e Cipro (entrambe con il 14,6%), e infine l’Italia (14,7%).
Solo il 17,8% dei cittadini a rischio di povertà energetica ha migliorato l'efficienza delle abitazioni nell'ultimo quinquennio, rispetto al 27,5% di chi non è a rischio. In Italia, il tasso di miglioramento per chi vive in povertà energetica è stato del 6,9% (con solo Cipro e Malta che registrano risultati peggiori), mentre per gli altri cittadini è arrivato al 16,9%.
Eurostat evidenzia che, a livello comunitario, i maggiori miglioramenti energetici si sono verificati nelle aree rurali, con una media UE del 29,4%, rispetto al 22,9% delle città e al 25,4% dei piccoli comuni e delle periferie. In Italia, tuttavia, si osserva una tendenza opposta, con miglioramenti del 15,7% nelle città, del 14,7% nelle aree rurali e del 13,9% nei piccoli comuni e nelle periferie.