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2025-02-19 09:53

L’Altra Strada per la Transizione

XV CONFERENZA NAZIONALE PER L’EFFICIENZA ENERGETICA

di: 
Monica Tommasi

“4 volte tanto!” La presidente degli Amici della Terra ha aperto i lavori della XV edizione della Conferenza per l’efficienza energetica mettendo in rilievo che, in poco più di un decennio, la riduzione delle emissioni dovute al miglioramento di efficienza energetica è stata molto superiore rispetto a quella ottenuta dal consumo di energia elettrica prodotta dalle energie rinnovabili elettriche intermittenti. Un risultato non comparabile rispetto agli incentivi elargiti, che motiva ancor di più la scelta della campagna #primalefficienza come impegno e come riferimento prioritario degli Amici della Terra in tema di energia. Pubblichiamo il testo integrale dell’intervento.

La relazione ha introdotto i lavori delle quattro sessioni della Conferenza, tre delle quali dedicate alle politiche di efficienza per i settori strategici dei trasporti, dell’industria e della riqualificazione del patrimonio edilizio del paese e una, la prima, dedicata al tema più ampio dell’efficienza e dell’efficacia delle politiche e delle strategie di decarbonizzazione e di sicurezza energetica, che ha registrato interventi di numerosi interlocutori dell’Associazione e che ha fatto emergere un punto di vista inconsueto.

L’Astrolabio dedicherà approfondimenti specifici a molti degli interventi. Nel frattempo, la registrazione video delle quattro sessioni, le slide e i testi integrali dei due report presentati dagli Amci della Terra sono disponibili sulla pagina web dedicata alla XV Conferenza.

Nella sua XV edizione, questa Conferenza si propone di fare il punto delle politiche di efficienza energetica per tre settori strategici: trasporti, industria e riqualificazione del patrimonio edilizio del paese. Tratterà questi temi in tre delle sue sessioni, per contribuire a promuovere specifici provvedimenti e, in generale, per rafforzare le politiche di efficienza e di uso razionale dell’energia, che a nostro avviso dovrebbero caratterizzare ogni strategia energetica, in ossequio al principio di efficiency first, #primalefficienza, lo slogan che abbiamo scelto per rappresentare il nostro impegno sull’energia.

 

Le sessioni della Conferenza

Approfondiremo il tema dei trasporti con la II sessione dal titolo: “L’elettrico non basta”, perché una transizione ecologica ed efficace dei trasporti deve partire dal principio della neutralità tecnologica e da una strategia di intermodalità.

Tratteremo, nella III sessione, di efficienza energetica nell’industria. Riteniamo che dal settore industriale possa venire un contributo più alto, rispetto a quello atteso dal nuovo PNIEC, per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica al 2030. Perché questo avvenga è indispensabile il potenziamento degli strumenti più efficienti come quello dei certificati bianchi.

Torneremo sul tema della riqualificazione degli edifici nella IV Sessione perché, fra pessime esperienze nazionali e proposte UE di provvedimenti coercitivi in tempi brevissimi, il nostro Paese rischia di compromettere la possibilità stessa di una realistica decarbonizzazione del patrimonio edilizio. Occorre una specifica strategia per la riforma dei sistemi di incentivazione (detrazioni fiscali e conto termico), che possa supportare in modo efficace il crescente ruolo delle pompe di calore e dell’elettrificazione, in sinergia con l’uso efficiente del gas nei consumi degli edifici.

 

Efficienza ed efficacia delle politiche

Tuttavia, è importante per noi non limitare la conferenza ad una rassegna di misure e tecnologie. Nella sessione di apertura intendiamo affrontare, con alcuni degli interlocutori che più abbiamo ascoltato nel corso dell’anno, il tema più ampio dell’efficienza e dell’efficacia delle politiche e delle strategie per la transizione energetica e per la decarbonizzazione, nel nostro Paese, in Europa e nel contesto degli accordi internazionali.

La XV Conferenza per l’efficienza energetica si svolge in un momento chiave tra la Cop28 di Dubai e la fase di aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC 23) con i tempi e i modi previsti dalle regole dell’Unione Europea. In questo momento, la Commissione sta esaminando le proposte inviate dai Paesi membri e formulerà osservazioni sui singoli piani e sulla loro coerenza con i nuovi obiettivi di decarbonizzazione che la UE si è data con lo European Green Deal (EGD), il pacchetto Fit for 55 e il RePowerEU. L’Italia, come gli altri Paesi membri, dovrà definire il nuovo PNIEC entro il primo semestre del 2024, nell’ultima fase della legislatura UE 2019-2024.

 

Cop28 a Dubai

Per ciò che riguarda gli accordi internazionali, questa Conferenza, nelle sue precedenti edizioni, non ha mancato di valorizzare le poche voci che, prima e dopo la Conferenza di Parigi del 2015, hanno mostrato i vantaggi di concentrare gli investimenti dei paesi avanzati verso la cooperazione internazionale.

Forse la 28ª Conferenza delle parti a Dubai non registrerà ancora un cambio di passo, ma confidiamo che, di fronte al fallimento palese degli obiettivi finora adottati, si facciano strada le proposte per anteporre la lotta alla povertà a costosi programmi di transizione energetica per soli paesi ricchi. Garantire un accesso equo all’energia sarebbe una strada più breve ed efficace per contenere l’aumento caotico delle emissioni globali e per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni più fragili, anche a fronte degli effetti del cambiamento climatico.

 

European Green Deal

Anche in Europa e per quanto riguarda gli obiettivi di decarbonizzazione, la strada per la transizione energetica non può essere quella di alzare sempre più l’asticella degli obiettivi che non si è stati in grado di raggiungere finora, senza tenere conto realisticamente dei numeri, dei tempi, degli impatti stessi delle politiche fin qui messe in atto.

Finora l’Unione Europea, attraverso i propri atti d’indirizzo e direttive, ha affidato il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni alla diffusione di rinnovabili elettriche intermittenti, batterie, veicoli elettrici e idrogeno, ignorando di fatto il principio di neutralità tecnologica. Ora i dati mostrano che questa strategia non è in grado di conseguire il risultato, nonostante i capitali impegnati, i danni “collaterali” al paesaggio e alla biodiversità, le conseguenze per la sicurezza energetica e la stabilità della rete elettrica.

I limiti di questa impostazione sono apparsi evidenti ai cittadini europei nel processo finale di approvazione di alcuni provvedimenti chiave del Fit for 55, come la direttiva per l’efficienza energetica degli edifici (EPBD) o i regolamenti sulle emissioni dei veicoli stradali. Come abbiamo evidenziato da tempo, l’idea di imporre obiettivi e scadenze non realistici, senza rispettare il principio di neutralità tecnologica, ha degli impatti che colpiscono direttamente ampie fasce di cittadini in modo iniquo. Ciò sta generando un effetto di rifiuto generalizzato delle politiche ambientali, con dinamiche che si prestano ad essere strumentalizzate nel dibattito pubblico.

 

Risultati di Efficienza verso Rinnovabili? Quattro volte tanto

In particolare, la scelta di intervenire privilegiando alcune tecnologie, anziché limitarsi ad indicare scopi ed obiettivi, si è dimostrata fallimentare. In Italia, ad esempio, i risultati di ormai quasi 20 anni di forte incentivazione ad eolico e fotovoltaico hanno portato nel 2022, ad un contributo di entrambe le fonti del 3,8% sui consumi finali di energia, pari a circa 4 Mtep. Allo stesso tempo, grazie agli effetti degli investimenti in miglioramenti di efficienza energetica tra il 2008 e il 2021 sono stati conseguiti risparmi annuali di energia (o consumi evitati) per 16 Mtep pari al 14% dei consumi finali del 2021, cioè quattro volte tanto (Vedi la Figura 5 nel report degli Amici della Terra “Obiettivi e realtà delle politiche climatiche UE in Italia”.

Fonte: Rielaborazione Amici della Terra su “IEECP (2023). Make Energy Efficiency visible in the energy mix. Report of the Institute for European Energy & Climate Policy, prepared for the European Climate Foundation and Knauf Insulation.”

È auspicabile che emerga una nuova consapevolezza sulla realtà delle politiche energetico ambientali, in modo costruttivo e non come rigetto delle politiche ambientali, con le elezioni europee del 6-9 giugno 2024, nel nuovo Parlamento e, di conseguenza, nella nuova Commissione e nel relativo indirizzo politico.

 

L’Italia e il PNIEC

Tuttavia, l’Italia, come gli altri paesi membri, attraverso la definizione del nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) entro il primo semestre del 2024, nell’ultima fase della legislatura UE 2019-2024 potrebbe già prospettare un nuovo approccio alla transizione energetica basato sulla realtà, stabilendo, per l’Italia, obiettivi realistici e strategie d’intervento sostenibili e concrete.

La realtà delle tendenze in atto, utilizzando indicatori adeguati alle politiche energetico-ambientali, è un punto di partenza indispensabile per valutare l’efficacia, l’efficienza e la fattibilità delle politiche in questo ambito, che vede l’impegno di sempre più ingenti risorse pubbliche e private in un contesto economico-finanziario complesso.

 

I due rapporti degli Amici della Terra

Come Amici della Terra intendiamo contribuire all’impostazione del PNIEC nella sua versione definitiva. Per questo abbiamo predisposto due documenti che presentiamo in questa conferenza. Uno di valore globale, Materie prime, il costo energetico della scarsità redatto da Giovanni Brussato, riguarda il contenuto energetico delle materie prime e introduce il concetto di scarsità fra i problemi della transizione energetica. L’altro, “Obiettivi e realtà delle politiche climatiche UE in Italia”, fornisce le cifre del divario tra obiettivi energetico climatici e realtà.

La realtà dei dati mostra che in Italia, nonostante la crisi economica e la decrescita dei consumi, ci sono settori in cui le emissioni non accennano a diminuire. L’industria e il settore energetico (produzione di elettricità e raffinerie) hanno avuto un trend significativo di riduzione, ma negli altri settori rilevanti (che costituiscono i 2/3 delle emissioni) trasporti, residenziale e servizi, le emissioni diminuiscono poco o non diminuiscono affatto.

Questo trend rivela che sono irrealistici gli obiettivi di riduzione al 2030 fissati dalla UE con il pacchetto Fit for 55. Simili obiettivi potrebbero essere raggiunti solo se si verificassero eventi traumatici (come la crisi Covid o una grave crisi economica) che, di certo, non possiamo augurarci. Anzi, il rischio di crisi economica potrebbe essere aggravato proprio dalle contraddizioni e forzature insite nelle politiche industriali che la UE prevede a sostegno delle politiche di decarbonizzazione. È ora di affermare con chiarezza che queste politiche non hanno funzionato.

 

Conclusioni

Dobbiamo ripensare i target, ma soprattutto dobbiamo imboccare davvero l’altra strada, quella dell’efficienza, guardando a tutte le reali opportunità offerte dalle tecnologie per la decarbonizzazione (a partire da tecnologie per l’efficienza energetica, pompe di calore, biocombustibili, recupero energetico da rifiuti, teleriscaldamento), di cui oggi disponiamo e avendo sempre chiari i costi, i tempi, i risultati e gli impatti delle diverse azioni.

Questa scelta richiede lo sviluppo di indicatori specifici di efficienza energetica nei diversi settori di consumo dell’energia, che possa consentire di superare l’approccio attuale degli indicatori utilizzati dall’UE, che non distinguono fra efficienza energetica ed effetti della deindustrializzazione.

Infine, solo attraverso il confronto trasparente su basi reali, è possibile alla società e alle sue rappresentanze discutere, decidere - o rifiutare - consapevolmente un programma di impianti nucleari di terza generazione e progetti di cattura e confinamento della CO2.

Una cosa è certa: nei confronti di queste soluzioni tecnologiche non è più accettabile opporre veti o tabù pregiudiziali, se si intende mantenere e perseguire davvero l’obiettivo di zero emissioni climalteranti entro la metà del secolo.

Efficienza energetica ed energia rinnovabile

Non capisco perchè considerare l'efficienza energetica una soluzione diversa e separata dall'adozione delle vere energie rinnovabili (PV, Idroelettrico ed eolico). Le due cose devono andare di pari passo in modo integrato. In passato gli stati hanno investito con forti incentivi sulle fonti di energia rinnovabile con conseguente riduzione dei costi per i cittadini (il PV ha dei costi mediamente 6/7 volte inferiori a 15/20 anni fa). Ora giustamente si incentiva fortemente l'efficienza energetica anche se adottarla costa notevolmente e anche se le tecnologie dell'efficienza energetica sono molto sofisticate ed usano materiali derivanti dai combustibili fossili. Non basta l'una soluzione, da sola, non basta l'altra, da sola. Non darei priorità all'una o all'altra, anche se adottare l'utilizzo delle energie rinnovabili, ai fini di evitare il superamento dell'aumento oltre i 1,5° C al 2030, dovrebbe essere prioritario perchè a basso costo, tecnologicamente affidabile da decenni, reperibilità dei materiali senza particolari problemi, e praticamente attuabile in pochi anni. Ma la politica deve essere d'accordo. L'efficientamento energetico è ancora molto costoso e deve essere fortemente incentivato e penso che in Italia richiederà ancora parecchio tempo perchè veda una sua larga diffusione a causa di burocrazia, vincoli, poca consapevolezza soprattutto nella fascia più anziana della popolazione, e quel poco che è stato realizzato ha senz'altro portato molti vantaggi al comparto edile, ma spesso le realizzazioni, che in teoria hanno portato formalmente ad un abbassamento netto dei consumi energetici della popolazione, se si va a vedere la reale efficienza si osserva che per esempio il reale isolamento del cappotto termico è inferiore a quanto dichiarato perchè è una tecnologia ancora relativamente giovane e sia gli installatori che la progettazione non sono ancora ottimali come per esempio in altri paesi come la Svizzera o la Germania. Io stesso ho potuto verificare sulla mia casa parecchi difetti sia di progettazione che di installazione del cappotto termico sebbene mi sia rivolto ad aziende affidabili e sul mercato da decenni. Del resto è sapere diffuso nel mondo scientifico già da una decina di anni che il modo migliore per scongiurare l'innalzamento oltre i 1,5°C è più veloce, economico e tecnologicamente affidabile è sviluppare e diffondere prioritariamente le energie rinnovabili e in particolare il Fotovoltaico.