CARNE COLTIVATA
A questo link si può firmare la lettera aperta al Presidente della Repubblica sulla carne coltivata. L’Associazione Luca Coscioni chiede che il Presidente Mattarella non firmi il provvedimento del Governo o che lo firmi con riserva. Le motivazioni espresse nella lettera sono sintetiche. L’Astrolabio si propone di pubblicare approfondimenti sul tema e - perché no – opinioni contrarie. Tuttavia, decidiamo di sostenere subito questo appello perché ci piacciono le scelte consapevoli e non i divieti pregiudiziali.
In Copertina: Foto Pixabay (R_Winkelmann)
Signor Presidente della Repubblica,
Con questo appello ci rivolgiamo a Lei affinché tenga in seria considerazione i problemi che pone la legge approvata dal Parlamento in materia di divieto di “carne coltivata”: carne che invece di derivare dalla sofferenza animale e dalle emissioni degli allevamenti intensivi, è prodotta in laboratorio, con la coltivazione di cellule animali.
La legge in questione configura un divieto di produzione e commercializzazione di carne coltivata, che crea problemi sotto diversi profili:
1 – Il provvedimento è inapplicabile, in quanto la carne coltivata, in base regolamento europeo Novel Food, prima di essere immessa in commercio dovrà passare al vaglio dell’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Non avendo questo prodotto ancora ricevuto tale autorizzazione, il divieto italiano riguarda qualcosa che per il momento non è comunque accessibile;
2 – ll provvedimento configura infrazioni al diritto europeo, tanto che il Governo nei mesi precedenti all’approvazione della norma, ha ritirato la notifica – prevista dalla disciplina europea – del disegno di legge alla Commissione europea, probabilmente proprio per evitare che il provvedimento fosse bocciato dall’Ue;
3 – La proibizione non eviterà che il divieto di importazione e vendita di carne coltivata sia considerato illegittimo dall’Ue poiché in contrasto con la libera circolazione delle merci, uno dei suoi principi fondanti;
4 – Se l’Ue approvasse la commercializzazione di carne coltivata, l’Italia non potrebbe vietare ad altri paesi UE di esportarla da noi, esponendosi a una procedura di infrazione, e a pagarne il prezzo saranno soprattutto le imprese italiane, costrette a rinunciare alla produzione e scoraggiate a investire nella ricerca;
5 – Oltre il piano europeo, la norma viola anche il “diritto alla scienza” riconosciuto dalle Nazioni Unite e dunque obbligo della Repubblica, a causa degli enormi, arbitrari e irragionevoli ostacoli che il decreto frappone al rispetto dell’articolo 15 del Patto internazionale sui diritti, economici, sociali e culturali che, tra le altre cose, prescrive il rispetto del diritto di beneficiare del progresso scientifico e le sue applicazioni.
Alla luce di queste considerazioni, le chiediamo di non firmare il provvedimento o di firmarlo con riserva, accompagnandolo con una nota di rilievi che tengano conto delle ragioni che le abbiamo presentato.
Con i nostri migliori auspici,
Filomena Gallo, Segretario Associazione Luca Coscioni
Marco Cappato, Tesoriere Associazione Luca Coscioni