LA FILIERA DEL GAS NATURALE
L’impatto sul clima, la diversificazione degli approvvigionamenti, il nuovo quadro normativo pongono il metano al centro dell’attenzione. La transizione energetica impone rapidi cambiamenti: il gas, però, mantiene un suo ruolo, da gestire con le necessarie cautele e da utilizzare come risorsa preziosa. Resoconto di un’eccellente esperienza di collaborazione fra aziende, istituzioni e ambientalisti, promossa dagli Amici della Terra e finalizzata alla buona qualità delle politiche pubbliche su uno specifico problema.
In copertina: Evento di Presentazione del documento “Indirizzi per una strategia italiana di riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale 2022”
Nella logica di un ambientalismo razionale, coerente e senza pregiudizi, è doveroso riconoscere il ruolo che il gas naturale continuerà a svolgere nella transizione energetica. Il necessario e progressivo abbandono delle fonti fossili non potrà fare a meno, nel breve e nel medio termine, del gas naturale. Serve, però, un’attenta valutazione, misura e contenimento delle emissioni che si verificano lungo la sua catena di fornitura.
Amici della Terra, già nel 2019, ha portato all’attenzione del dibattito pubblico il tema metano, nella duplice veste del suo ruolo nella transizione energetica e della necessità indifferibile di contenerne le emissioni. Il suo potenziale climalterante è noto; il contenimento delle sue emissioni è l’azione più efficace nel breve termine per ridurre l’impatto sul clima.
Le emissioni di metano provengono, sostanzialmente, da tre settori: agricoltura, rifiuti ed energia. Mentre nei primi due le azioni richiederebbero costi sostenuti, in quello energetico molti interventi sono immediatamente realizzabili e a costi ridotti, se non nulli. Si stima che circa il 40% delle azioni di mitigazione sarebbero realizzabili a costo zero. Non è casuale che il prossimo regolamento europeo sulle emissioni di metano sia circoscritto proprio a questo settore.
Le iniziative internazionali ed il Regolamento sulle emissioni di metano
Dal 2021, le iniziative internazionali si sono rafforzate con il varo del “Global MethanePledge” (GMP)[1] e con la costituzione dell’International Methane Emissions Observatory (IMEO). Le due si sommano all’Oil & Gas Methane Partnership (OGMP) 2.0 e alla International Energy Agency (IEA), con il recente aggiornamento del suo methane tracker.
Fig.1: emissioni di metano nel mondo
Fonte: ISPRA,“Il metano nell’inventario nazionale delle emissioni di gas serra. L’Italia e il Global Methane Pledge”, Rapporti 374/2022
Il tema delle emissioni di metano, peraltro, era già emerso con la Methane Strategy dell’EU, prevista nell’ambito dell’European Green Deal (EGD). In questo contesto, la Commissione europea ha definito la proposta di Regolamento per la riduzione delle emissioni di metano del settore energetico[2].
Recentemente, la Strategia Esterna EU per l’Energia (pacchetto REPowerEU) ha compreso la cooperazione sulle strategie collettive di riduzione delle emissioni di metano, prevedendo direttamente nei nuovi accordi d’importazione precisi impegni di riduzione delle emissioni, anche in collaborazione tra società produttrici e importatrici. Nella stessa direzione indicata dalle politiche europee[3] vanno i Memorandum of Undestanding (MoU), siglati a giugno 2022 dall’EU con Egitto, Israele e Azerbaijan.
L’approccio allargato è la condizione necessaria per ridurre le emissioni di metano: i miglioramenti si otterranno solo affrontando le emissioni di tutto il gas consumato nel territorio europeo, che è per la maggior parte importato. Il regolamento proporrà un quadro basato su tecniche di MRV (Monitoring, Reporting e Verification), sulla falsariga di quanto già realizzato nell’ambito dell’OGMP 2.0. Si prevedono, inoltre, tecniche di LDAR (Leak Detection And Repair) ed ulteriori azioni finalizzate a limitare le emissioni derivanti da venting e flaring.
È prevista anche l'istituzione dell'IMEO, l’osservatorio con il compito di raccogliere, riconciliare, verificare e pubblicare i dati sulle emissioni antropiche di metano a livello globale. La verificabilità dei dati sarà fondamentale per la credibilità delle politiche internazionali. L’EU prevede la definizione e pubblicazione di un indice di approvvigionamento del metano (Methane Supply Index)[4], che aumenterà la trasparenza dei dati e permetterà agli acquirenti di fare scelte informate.
Una cosa è chiara: affinché le norme sulle importazioni siano efficaci, ogni singolo lotto di gas importato dovrà includere una valutazione credibile delle sue prestazioni in termini di emissioni, con un sistema di certificazione verificato in modo indipendente e applicabile a livello globale. In quest’ottica, è prevista una campagna diplomatica verso i Paesi e le aziende che esportano gas naturale, per incoraggiarli a partecipare attivamente all’OGMP 2.0. Le campagne di sensibilizzazione dovrebbero portare ad accordi specifici, monitorati nel tempo e comprensivi di conseguenze chiare e concordate in caso di mancato rispetto.
La vera sfida è il tentativo di regolamentare le emissioni al di fuori del territorio europeo. Concentrare i dialoghi bilaterali per stabilire un'equivalenza normativa tra l'EU e i Paesi esportatori di gas, contribuirà a garantire la certezza dei risultati in termini di riduzione delle emissioni, mantenendo al contempo la regolamentazione all'interno delle giurisdizioni nazionali. I criteri di equivalenza possono essere sviluppati dalla Commissione e pubblicati come parte di un atto delegato.
Nella figura 2 sono riportati i coefficienti di emissione per ogni segmento della filiera: il loro andamento nel tempo mostra i cambiamenti dell’intensità emissiva registrati da ISPRA nelle attività dei diversi segmenti in Italia. La figura 3 confronta la Methaneintensity in Italia e nell’EU.
Fig. 2: coefficienti di emissione
Fig. 3: Methaneintensity
Il“Tavolo per una strategia italiana sulle emissioni di metano della filiera del gas naturale”
La prima fase. Nel 2021, Amici della Terra ha promosso la costituzione di un Tavolo di lavoro sulle emissioni di metano, per favorire una partecipazione incisiva dell’Italia nel processo legislativo europeo. L’obiettivo è elaborare una posizione italiana, frutto del confronto tra associazioni, operatori e istituzioni. La sua organizzazione, promossa con Environmental Defense Fund (EDF)[5], prevede la partecipazione diretta di un gruppo rappresentativo di associazioni e operatori della filiera, e quella, come invitati, di una serie di attori istituzionali a vari livelli. Gli operatori individuati partecipano nell’elaborazione e condivisione di un documento che definisce una strategia italiana per ridurre le emissioni di metano. Gli attori istituzionali, invece, come invitati, contribuiscono condividendo informazioni e indicazioni utili alla stesura del documento, che sarà elaborato e adottato autonomamente dalle associazioni e dagli operatori del Tavolo. Il risultato sarà uno strumento di cui il Governo potrà servirsi per regolare e contenere le emissioni di metano e un valido supporto per la governance del settore. Primo risultato raggiunto è stato il recepimento del tema in oggetto nel PNIEC presentato dall’Italia a Bruxelles nel giugno di quest’anno.
Presupposto dell’attività è il riconoscimento della centralità del tema “emissioni di metano” e della necessità di arrivare ad una strategia italiana per fronteggiarne le dispersioni. Altra premessa è l’opportunità di un’azione diretta nel breve termine, potenzialmente capace di sortire effetti rapidi nel contenere le conseguenze climalteranti. Il grafico mostra il trend positivo nella riduzione delle emissioni in Italia, dovuto all’attenzione crescente sul tema, che il Tavolo ha contribuito a determinare.
Fig. 4: emissioni di metano in Italia
Fonte: elaborazione di Amici della Terra su dati del NIR di ISPRA
L’Agenzia per l’Energia dell’OCSE valuta che le tecnologie per ridurre queste emissioni ci sono e sono utilizzabili con costi minimi. Europa e Italia, in qualità di grandi importatori, hanno forti responsabilità nell’adottare limiti emissivi stringenti all’interno del proprio territorio, ma anche nell’innescare meccanismi analoghi nei confronti di altri grandi consumatori e produttori, come USA, Cina e Russia. Il problema è globale, le emissioni non si fermano alle frontiere e le soluzioni da ricercare richiedono il coinvolgimento di tutti. Secondo l’UNEP, le emissioni di metano del settore energia si possono ridurre del 45% entro il 2030 evitando 0,3 gradi oC di riscaldamento globale entro il 2045. Si tratta dell’intervento più serio e verificabile per rispettare il limite di aumento medio di 1,5 gradi.
L’impegno di Amici della Terra, con il supporto di EDF, nasce ancor prima del Tavolo, con studi e proposte, che hanno originato il rapporto dell’ottobre 2020: “Strumenti di mercato per la riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale”[6]. Il prosieguo naturale è stata l’organizzazione del Tavolo sul metano. I lavori sono iniziati nell’aprile 2021 cui sono seguite varie sessioni tematiche[7].
È la prima volta che tutti gli attori della filiera, insieme alle istituzioni, si siedono attorno ad un Tavolo e redigono un documento condiviso che fissa obiettivi e programmi d’azione in modo volontario. Il coordinamento degli Amici della Terra ha favorito una crescita di attenzione sul tema e un aumento delle informazioni condivise tra operatori italiani del gas e istituzioni coinvolte. La prima fase si è conclusa con la presentazione del documento “Indirizzi per una strategia italiana per la riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale”[8], in un evento pubblico nell’ambito della Pre-COP 26.
La seconda fase. Nel 2022 si è allargata la platea dei partecipanti, articolando le attività anche in specifici “sottogruppi”. Per migliorare la qualità e quantità dei dati raccolti e gestiti da ISPRA nel NIR, si sono organizzati incontri bilaterali con gli attori della distribuzione e del GNL. Ne sono scaturiti protocolli d’intesa e scambi di informazioni. Si è creato poi il primo sottogruppo dedicato all’import, che ha affrontato vari temi, tra cui:
Successivi incontri hanno permesso l’aggiornamento del documento “Indirizzi per una strategia italiana sulle emissioni di metano della filiera del gas naturale”[10], con gli obiettivi quantitativi, il loro stato di attuazione e gli strumenti di contenimento[11].
Il quadro informativo ha fatto un grande salto di qualità grazie al rapporto ISPRA su: “Il metano nell’inventario delle emissioni di gas serra – L’Italia e il Global Methane Pledge”[12], che inquadra le emissioni di metano per tutti i settori rilevanti (agricoltura, rifiuti, energia) e dedica un approfondimento sui dati relativi alle emissioni fuggitive della filiera del gas naturale. Questo rapporto è il conseguimento di uno degli obiettivi della “Strategia italiana”, con l’auspicio di un suo aggiornamento annuale.
La terza fase. Nel 2023, il Tavolo ha creato il sottogruppo post-contatore, con l’obiettivo di analizzare, per la prima volta, le emissioni di metano che si verificano dopo l’ultimo punto di consegna. Ad oggi, sono soltanto stimate: nel NIR italiano, infatti, i dati sono “modellizzati” utilizzando un fattore di emissione tedesco risalente alla metà degli anni Novanta. Il sottogruppo si propone di arrivare ad una quantificazione attendibile (se non, addirittura, ad una misurazione effettiva) delle dispersioni dopo il contatore, nel contesto della responsabilità dei singoli utenti. Gli smart meters e le ispezioni a campione permetteranno un miglioramento dei dati disponibili. Attualmente, la logica d’esercizio dei contatori è prettamente di sicurezza; il tentativo è di passare ad un approccio ambientale, con attenzione anche alle piccole perdite. I controlli su un campione rappresentativo di impianti regolarmente in esercizio[13] permetterebbe una valutazione realistica del gas disperso. Il fine è permettere ad ISPRA di produrre nuovi dati più circostanziati sulle emissioni di metano post contatore. Il contesto ha svelato complessità inaspettate, nonché diverse criticità: i costi legati all’installazione degli smart meters, per cui servono necessarie analisi costi-benefici (la quantificazione più precisa delle emissioni diventa, pertanto, elemento imprescindibile per l’analisi stessa); l’Autorità di regolazione comincia ad affrontare il problema e si presume che, con i prossimi progetti pilota, si introducano misure per il contenimento di queste emissioni.
Anche il sottogruppo import ha continuato a riunirsi, concentrandosi sulle iniziative di cooperazione internazionale e sulle possibili clausole contrattuali.
Conclusioni
Il 9 maggio il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la posizione negoziale sulla proposta di regolamento sulle emissioni di metano, recependo il testo concordato ad aprile dalle Commissioni ITRE ed ENVI, con numerosi emendamenti alla proposta precedente. Si fissano una serie di obiettivi e obblighi, estendendo le misure di contenimento al di fuori dell’EU. La posizione rappresenta la base dei negoziati di trilogo con il Consiglio europeo attualmente in corso, con l’obiettivo, sembra, di licenziare il testo della norma entro la fine dell’anno.
Il tema è attuale, le norme sono in evoluzione e l’Italia, una volta tanto, si trova in una posizione di avanguardia nel contenimento delle emissioni di metano. Sarebbe auspicabile che la politica cogliesse le opportunità legate al Tavolo di lavoro, dove attori di diversa estrazione si sono impegnati in un accordo volontario imponendosi obiettivi quantitativi condivisi da raggiungere.
*Andrea Trenta, Amici della Terra Onlus
NOTE
[1]Nella COP26 (nov.2021, Glasgow), l'EU ha lanciato l'impegno mondiale sul metano in partenariato con gli Stati Uniti, in virtù del quale oltre 100 paesi (tra cui l’Italia) si sono impegnati in una riduzione delle emissioni di metano del 30% entro il 2030 (rispetto al 2020).
[2]COM (2021) 805 final. Il 15 dicembre 2021, la Commissione ha presentato la proposta di regolamento, come seconda parte delle proposte legislative nell’ambito del pacchetto “Fit for 55”, con l’obiettivo di attuare il Green Deal Europeo per conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Al momento sono in corso negoziati per trovare un accordo su un testo definitivo.
[3] Contemperare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di metano con quelli di diversificazione degli approvvigionamenti.
[4]È definito come un indice globale delle emissioni di metano relative alla fornitura di gas naturale. Proposto dalla Commissione nella Methane Strategy e confermato nella proposta di Regolamento sulle emissioni di metano, ha lo scopo di quantificare le emissioni di metano legate alle differenti origini di approvvigionamento, con particolare riguardo alle importazioni da Paesi extra-EU.
[5]Storica associazione ambientalista statunitense, fondata nel 1967, che si occupa da anni di problemi relativi al cambiamento climatico e che nel 2022 ha avviato un’azione globale sul metano.
[6]Il lavoro inquadra per la prima volta, in modo sistematico, il tema in Italia, con proposte di fiscalità ambientale per il settore energetico (https://www.amicidellaterra.it/images/EDF/Rapporto_ADT-EDF_Web_15-10-2020.pdf)
[7]Temi delle sessioni:
“I dati sulle emissioni di metano della filiera del gas naturale”; “Procedure di MRV, diffusione di misurazioni dirette e reporting per le emissioni di metano”; “Buone pratiche e tecnologie adottate per la riduzione delle emissioni di metano in Italia”; “Regolazione e riduzione delle emissioni di metano dalla filiera del gas naturale”; “Methane supply index, Carbon Footprint e LCA per la filiera del gas naturale”.
[8]https://www.amicidellaterra.it/images/all4climate2021/Strategia_CH4.pdf
[9]Rappresenta più dell’85% di quella totale dei consumi europei.
[10]È stato presentato il 21 dicembre 2022 (https://www.amicidellaterra.it/images/metano/STRATEGIA_CH4_2022_web.pdf )
[11]Tra i più significativi:obiettivo di riduzione complessivo delle emissioni di metano in Italia al 2030 (rispetto al 1990): 72% (riduzione per il trasporto: 65%; distribuzione: 70%);performance standard non superiore allo 0,2% nella fase di upstream in Italia;determinazione del “Methane Supply Index” per il gas importato da Paesi extra EU.
[12]È stato pubblicato il 27 settembre 2022 (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/il-metano-nell2019inventario-nazionale-delle-emissioni-di-gas-serra-l2019italia-e-il-global-methane-pledge)
[13]La questione avrebbe dovuto essere regolamentata da un teorico D.M. del 2008, ancora non emanato.