EFFICIENZA ENERGETICA NEGLI EDIFICI
L’autore, segretario generale Assoclima e Assotermica, le associazioni di impresa del riscaldamento e della climatizzazione, intervenendo alla XIV Conferenza nazionale sull’efficienza energetica, si è soffermato sulle strategie di questo complesso comparto produttivo e ne ha illustrato le tendenze tecnologiche e le prospettive di mercato per il futuro.
Il comparto dell’impiantistica incide sempre di più all’interno del macro settore delle costruzioni, sia per numero di imprese attive che di addetti (si veda figura sotto da elaborazione CRESME su dati ISTAT – ASIA e Censimenti) ed è determinante ai fini del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione europea; basti pensare che l’edilizia è responsabile di circa il 36% del totale delle emissioni di gas a effetto serra e del 40% dell’energia finale complessivamente utilizzata in Europa.
La pandemia prima e il conflitto in Ucraina dopo hanno reso ancor più evidente la necessità di attuare la transizione energetica, sia per tutelare il pianeta e ridurre le dipendenze, ma anche per sostenere importanti filiere economiche. Il dibattito politico in corso, quindi, riguarda il come poter accelerare sui tempi e investire sui settori a più alto potenziale.
In questo senso la climatizzazione esprime un’industria di assoluta eccellenza, che da decenni sta perseguendo la strada del green con prodotti sempre più evoluti e performanti. Assoclima e Assotermica rappresentano la quasi totalità delle imprese di un settore che in passato era facilmente distinguibile tra “caldo” e “freddo”, ma che ora è sempre più interconnesso e permeato da soluzioni in grado di svolgere entrambe le funzioni. A ciò si aggiunge il fatto che la produzione di acqua calda sanitaria oggi incide percentualmente in maniera sempre più significativa sui fabbisogni complessivi medi degli edifici, in considerazione del fatto che molti di essi sono sempre più isolati e richiedono di conseguenza meno energia termica.
Alla base delle strategie degli attori di questo complesso comparto produttivo vi è la convinzione che la legislazione tecnica e gli incentivi continueranno ad avere un’importanza fondamentale e dovranno far sì che le tecnologie, che sempre più si evolvono ma che già oggi esistono e possono essere dichiarate mature, siano fruite dal maggior numero possibile di utenti, così da attuare la tanto auspicata riqualificazione dell’enorme parco impiantistico esistente. Non da ultimo, dovrà essere tenuta in debita considerazione anche quella fetta di popolazione – circa il 7% sul totale degli abitanti dell’Europa – che si trova in povertà energetica e che non solo non è in grado di pianificare investimenti, ma che ha concrete difficoltà a sostenere costi energetici sempre più impegnativi.
Occorre dunque fare perno sulla pluralità di soluzioni che l’industria di settore è in grado di offrire, evidenziando alcune certezze e altrettante sfide. Le certezze hanno due nomi: pompe di calore e apparecchi ibridi factory made. Le prime sono ormai unanimemente considerate al centro del processo di evoluzione green degli usi finali, con enormi prospettive considerato che il REPowerEU prevede un raddoppio annuale del loro ritmo d’installazione (10 milioni installate in UE nei prossimi 5 anni e 30 milioni al 2030, che vedono l’Italia diventare uno dei mercati più importanti) mentre i secondi stanno trovando un grandissimo riscontro sul mercato grazie alla loro grande flessibilità e capacità di garantire un ottimo compromesso tra risparmi economici ed obiettivi energetici/ambientali.
Date queste premesse, naturalmente, le aspettative di tutta l’industria rappresentata da Assoclima e Assotermica sono molto alte ed è fondamentale lavorare su più fronti per mantenere il livello di eccellenza conseguito fino a oggi. Gli indirizzi strategici sono molteplici: potenziare la filiera con l’innesto di professionisti qualificati per far fronte alla crescente domanda, definire schemi d’incentivazione moderni e premianti delle soluzioni più meritevoli, diffondere sensibilità nell’utente circa le possibilità di migliorare il proprio impianto sono alcune delle cose più urgenti da fare, senza contare l’attuale situazione dei prezzi dell’energia che rende evidente quanto sia necessario ridisegnare il mercato tariffario, in primis con una riforma di quello elettrico per svincolarlo dai prezzi dei combustibili fossili.
Le sfide partono da questa consapevolezza e si caratterizzano tramite peculiarità proprie delle due associazioni. Da una parte Assoclima, ritenendo prioritario perseguire una piena elettrificazione dei consumi, sta lavorando alacremente allo sviluppo di pompe di calore smart, che in ottica demand-response siano in grado di dialogare con la rete e ridurre chirurgicamente la potenza o interrompere l’assorbimento del compressore,così da mantenersi in servizio e dare supporto al sistema elettrico, prevenendo rischi di black-out.
L’obiettivo è di sviluppare soluzioni che contribuiscano significativamente al peak shaving, con intervento da remoto da parte del DSO e che siano adeguatamente riconosciute tramite una remunerazione di tali servizi, ovvero una riduzione delle componenti tariffarie per gli utenti, secondo lo schema semplificato di cui sotto:
Sul fronte Assotermica, in maniera complementare, si sta spingendo sul concetto di multi-tecnologia e multi-energia, evidenziando come in un settore complesso come quello dell’edilizia, non ci sia in assoluto una soluzione impiantistica che sia la migliore, ma che le diverse tecnologie sviluppate dall’industria possano, di volta in volta, dare il loro contributo al raggiungimento degli obiettivi non solo ambientali ed energetici per l’utente finale, ma anche economici.
In questa prospettiva, l’associazione ha commissionato uno studio all’Università di Pisa che ha analizzato le prestazioni - energetiche, ambientali ed economiche - di diverse soluzioni per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, anche con combustibili innovativi quali ad esempio l’idrogeno, facendo riferimento ad un set di edifici tipo rappresentativi del comportamento energetico “medio” del parco residenziale italiano. Ne è venuto fuori come non sia a priori possibile identificare un’unica soluzione, universalmente migliore rispetto alle altre su tutti gli indicatori di prestazione sul medio-lungo periodo e come, oltre alle già citate pompe di calore elettriche, anche le pompe di calore a gas e gli apparecchi ibridi debbano giocare un ruolo chiave nel processo di transizione ecologica (le figure seguenti mostrano i risparmi conseguibili, rispettivamente nel caso di un condominio di medie dimensioni e di una villetta monofamiliare):
Valori normalizzati di energia primaria, emissioni equivalenti di CO2, spesa energetica annuale per kWh utile fornito nel caso di utilizzo di pompe di calore ad assorbimento ed endotermiche nell’edificio “condominio”. Il valore unitario corrisponde alle prestazioni di una caldaia a condensazione
In conclusione, Assoclima e Assotermica si sono date un programma di lavoro molto ambizioso e si augurano di poter fare sinergia con altri attori con cui condividono strategie e obiettivi.