GESTIONE SOSTENIBILE DEI RIFIUTI
Dare nuova vita ai rifiuti è un obiettivo al centro della sfida per attuare un’economia più circolare. Con la tecnologia Waste to Fuel (W2F), sviluppata e brevettata da Eni, si ottiene bio olio e bio metano dai rifiuti organici urbani, recuperando l’acqua naturalmente contenuta al loro interno. Il cuore del processo è la termoliquefazione, un trattamento che trasforma la biomassa in una sorta di “petrolio”.
La road map verso la valorizzazione dei rifiuti in ottica circolare è già stata tracciata nell’European Green Deal e comprende misure per una crescita improntata sulla decarbonizzazione e sull’uso razionale di risorse naturali. Eni già da tempo lavora per traguardare gli obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso la ricerca di nuove soluzioni tese a rivoluzionare in pochi anni l’industria energetica.
Da questo impegno è nata, all’interno dei laboratori di ricerca Eni, la tecnologia Waste to Fuel, che consente di trasformare la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), in bio olio e bio metano, con recupero dell’acqua in essa contenuta. Ciò avviene attraverso un processo che si chiama termoliquefazione, un trattamento in soluzione acquosa che trasforma la biomassa di partenza in una sorta di “petrolio”. È come se in poche ore si replicasse un processo che la natura compie in milioni di anni, ovvero quello di trasformare biomassa di origine fossile in energia.
Il bio olio prodotto, che varia in funzione della composizione della carica in ingresso e ha un’elevata resa energetica, può essere utilizzato in miscela come combustibile a basso contenuto di zolfo per il trasporto marittimo oppure raffinato per ottenere biocarburanti. Dal processo, inoltre, si ricava gas (principalmente biometano e CO2) e fino al 60% di acqua che, opportunamente depurata, è riutilizzabile all’interno dell’impianto stesso o per altri usi industriali. Ogni passaggio è studiato per minimizzare lo scarto da inviare a smaltimento: anche il residuo solido, costituito dal rifiuto non trasformabile, può servire per generare calore destinato alle esigenze energetiche dell’impianto.
Un impianto pilota Waste to Fuel è stato avviato nel 2018 nelle aree della Raffineria di Gela da Eni Rewind, la società ambientale di Eni che si occupa dello sviluppo della tecnologia su scala industriale, offrendo una soluzione sostenibile alla gestione rifiuti organici. La tecnologia Waste to Fuel può inoltre considerarsi carbon neutral, perché con l’impiego del bio olio prodotto non si sviluppano ulteriori emissioni di CO2 rispetto alla naturale decomposizione della biomassa di partenza e inoltre il suo uso evita di utilizzare quello da fonti fossili.
Per proseguire con successo in questo percorso Eni ha promosso partnership pubblico-private, per la promozione dell’economia circolare e per la valorizzazione delle risorse. Un importante traguardo è rappresentato dall’accordo di collaborazione tra Eni Rewind e Cassa Depositi e Prestiti Equity, siglato nel marzo 2020, per lo sviluppo e la gestione su scala industriale degli impianti Waste to Fuel attraverso la costituzione di una Joint Venture, CircularIT.
Il primo impianto industriale è previsto a Porto Marghera, in aree di proprietà Eni Rewind all’interno del sito petrolchimico, e avrà una capacità di trattamento fino a 150 mila tonnellate annue, equivalenti alla FORSU prodotta da circa 1,5 milioni di abitanti. Il progetto prevede la collaborazione di realtà industriali e produttive locali in un’ottica di sinergia con il territorio.
*Responsabile dello Sviluppo del Progetto Waste to Fuel - Eni Rewind