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2024-03-19 08:06

BAT Inceneritore

PUBBLICATE LE BAT CONCLUSIONS DELLA UE

di: 
Lighea Speziale e Lorenzo Ceccherini*

Il 4 dicembre scorso sono state pubblicate le BAT Conclusions per il settore dell’incenerimento dei rifiuti nelle 24 lingue ufficiali dell’Unione, dopo 5 anni di intensi scambi e discussioni tra istituzioni europee, associazioni di categoria, stati membri e associazioni ambientaliste. Il documento descrive le migliori tecniche disponibili in termini impiantistici, gestionali e di controllo finalizzate ad evitare o ridurre le emissioni in aria, acqua e suolo.

Il nuovissimo termovalorizzatore di Copenhagen si è guadagnato gli onori della cronaca per la pista da sci e la parete da arrampicata sempre aperte al pubblico. Ma Amager Bakke, come viene comunemente chiamato, è anche e soprattutto capace di produrre abbastanza energia da soddisfare una buona parte del fabbisogno di calore e di elettricità della città (grazie anche a una sofisticata rete di teleriscaldamento). L’acqua restituita dall’impianto a valle dei processi di termovalorizzazione è più pulita di quella che riceve e usa per la pulizia dei fumi e le emissioni rispettano con ampio margine i parametri prescritti dalla legge, per altro molto bassi.

Val la pena chiedersi se ci troviamo di fronte a un’eccezione in un settore spesso considerato a torto molto inquinante o se Amager Bakke sia semplicemente un luccicante esempio di come funzionano questi impianti in Europa. E la risposta è che, nonostante non esistano altri impianti sui quali si possa sciare, tutte le altre caratteristiche dell’impianto danese rappresentano lo standard di un settore che già da 20 anni è regolato con i più severi regolamenti europei per il controllo dell’impatto ambientale. I limiti di emissione per gli inquinanti in aria ed in acqua per i termovalorizzatori (inceneritori in gergo tecnico) sono infatti i più ambiziosi tra tutti i tipi di impianti industriali e lo saranno presto ancora di più con la recentissima adozione di un nuovo set di regole, le cosiddette BAT Conclusions, per l’incenerimento dei rifiuti.

 

Le nuove BAT Conclusions per il settore dell’incenerimento

Le BAT Conclusions per il settore dell’incenerimento dei rifiuti sono appena state pubblicate nelle 24 lingue ufficiali dell’Unione, dopo 5 anni di intensi scambi e discussioni tra istituzioni europee, associazioni di categoria, stati membri e associazioni ambientaliste. BAT Conclusions è un termine familiare per chi si occupa di normativa ambientale: si tratta infatti di un documento che descrive le migliori tecniche disponibili in termini impiantistici, gestionali e di controllo finalizzate ad evitare o ridurre le emissioni in aria, acqua o suolo degli impianti industriali.

Il primo inquadramento normativo delle BAT risale alla direttiva IPPC (1996), per il controllo e prevenzione integrata dell’inquinamento, che ne introduce i principi fondanti: applicabilità tecnica ed economica, bilanciamento costi benefici e approccio ambientale integrato. In seguito alla pubblicazione della direttiva europea sulle emissioni industriali (la IED, Industrial Emissions Directive, recepita in Italia nel decreto legislativo 46/2014) diventano riferimento per le autorizzazioni integrate ambientali (AIA) degli impianti stessi, e i valori di emissione associati alle tecniche descritte diventano legalmente vincolanti.

Una per settore, le BAT conclusions sono l’elemento chiave di un più ampio e complesso documento di riferimento, il BREF (BAT REFerence document), che è un vero e proprio compendio delle tecnologie esistenti ed emergenti di una specifica attività industriale. La stesura dei BREF è un processo partecipativo coordinato dal Joint Research Center a Siviglia (da cui il nome di Processo di Siviglia), e basato sul lavoro di un gruppo di lavoro tecnico formato da istituzioni europee, associazioni di categoria, stati membri e associazioni ambientaliste.

Il principio alla base delle BAT Conclusions e della loro applicazione è quello di evolversi insieme ai progressi tecnologici del settore, riadattando le prescrizioni normative a quelle performance che vengono raggiunte dalle tecnologie considerate per l’appunto migliori. Il processo di Siviglia serve proprio ad identificare questi avanzamenti e a tradurli in una serie di conclusioni che colleghino a specifiche tecnologie il range di performance che ci si può aspettare venga raggiunto nelle istallazioni in cui vengono implementate.

Il processo è guidato dall’analisi di dati effettivi e comprovati, questo vuol dire che le conclusioni devono essere giustificate da argomentazioni che hanno basi tecniche e scientifiche, e non politiche. È altresì chiaro come non si possa approcciare la lettura delle BAT Conclusions in maniera ingenua, ovvero ignorando che l’influenza delle priorità politiche si realizza in ogni aspetto della normativa, ambientale e non. Ne è un esempio la decisione di fissare dei limiti alle emissioni in acqua estremamente ambiziosi, nonostante l’incenerimento non sia considerato un settore che contribuisce in modo significativo all’inquinamento dei corpi idrici.

 

La situazione attuale

In Europa si contano quasi 500 impianti di incenerimento di rifiuti urbani e speciali non pericolosi con recupero di energia, di cui 39 in Italia, 126 in Francia, 96 in Germania. Questi impianti trattano complessivamente 96 milioni di tonnellate di rifiuti sia urbani che speciali non pericolosi (su un totale di 541 milioni di tonnellate generate). Tutti gli impianti recuperano l’energia contenuta nei rifiuti per generare energia elettrica (la taglia media è circa 20 MW) e, dove ne esiste il fabbisogno, calore per le industrie o per il teleriscaldamento. L’elettricità prodotta dai termovalorizzatori soddisfa il fabbisogno di circa 18 milioni di cittadini europei e il calore di circa 15 milioni, sostituendo fino a 50 milioni di tonnellate di carburanti fossili.

Figura 1 Numero di impianti e tonnellate trattate in Europa nel 2017

Tutti questi impianti avranno 4 anni dalla pubblicazione delle BAT Conclusions per revisionare e, se necessario, aggiornare la loro autorizzazione.

Trattandosi di un settore estremamente controllato e con una lunga esperienza nella gestione, per esempio dei dati di emissione, il processo di revisione delle BAT Conclusions relative all’incenerimento si è basato su una raccolta di dati operativi da più di 350 linee di impianti che hanno consegnato un totale di circa 50 milioni di valori di emissione per garantire una copertura il più possibile statisticamente rappresentativa delle performance di settore. La raccolta dati delle BAT Conclusions sull’incenerimento è stata la più omnicomprensiva eseguita durante una revisione. L’interessante analisi del quadro generale Europeo necessita di una conversazione dedicata, ma i principali insegnamenti che ne sono derivati sono stati in parte catturati nella stesura delle BAT Conclusions e in parte no.

 

Le novità più significative

Gli aspetti che gli esperti del settore coglieranno immediatamente nel leggere il testo saranno le nuove conclusioni in termini di:

1)misurazione in continuo di emissioni in aria di Mercurio, con annessi nuovi range da cui partire per fissare i limiti nelle AIA;

2) campionamento in continuo di emissioni in aria di diossine, che da ora in poi saranno vincolanti per la verifica della conformità alla legge, invece delle misurazioni periodiche;

3) requisiti di efficienza energetica intrinsechi all’impianto, che vogliono comunicare il messaggio che questo è in grado di essere efficiente al meglio delle possibilità offerte nel settore (ma che niente ha a che vedere con la formula R1, che va comunque utilizzata periodicamente per classificare se un impianto sia dedicato al recupero di energia o al semplice smaltimento dei rifiuti);

4) Altri requisiti in termini di gestione del rifiuto in ingresso, performance di combustione, recupero di materiali, emissioni in acqua per i sistemi di lavaggio dei fumi a umido etc.

È importante sottolineare che i valori di emissione riportati nelle BAT Conclusions e associati alle varie tecniche disponibili non sono espressi come singoli valori, ma come “range”: ad esempio, i valori di emissioni di PM10 associati alle tecniche di riduzione delle polveri vanno da 2 a 5 mg per normal metro cubo di fumi. Se è vero che non è possibile assegnare un singolo numero alle performance raggiungibili con le BAT, nel momento in cui il testo diventa normativo (e nel caso dei valori di emissione, vincolante), lasciare un ampio range fa sorgere dubbi sull’effettiva armonizzazione a livello europeo nella fase di implementazione. In parole povere: come si fa a capire quale valore all’interno del range utilizzare per definire i nuovi limiti? È qui che si possono verificare importanti divergenze di interpretazione, sia tra autorità competenti e operatori, ma anche fra regioni e stati membri. Ed è qui che entra in gioco l’importanza del processo partecipato di revisione dell’AIA e il valore aggiunto di avere su scala europea enti e associazioni che promuovono lo scambio di pratiche ed esperienze. Le BAT Conclusions possono sembrare facilmente applicabili alla prima lettura, ma quando ci si applica nella loro effettiva implementazione, emergono dubbi e domande che richiedono un impegno significativo per tutte le parti chiamate in causa. Riguardo alle emissioni in aria, le BAT Conclusions contengono range di concentrazione per 13 inquinanti o gruppi di inquinanti. Questi range sono stati ottenuti osservando e filtrando i dati di emissione degli impianti che hanno partecipato alla raccolta dati per ottenere dei valori rappresentativi delle performance associate alle tecnologie di abbattimento considerate BAT: il concetto di base può essere tradotto nel fatto che applicando una o più combinazioni di tecniche, quando applicabili, ci si può aspettare che l’impianto raggiunga emissioni contenute in questo range. Chiaramente quando si usano i medesimi range per fissare dei limiti di emissione non bisogna dimenticarsi di come sono stati ottenuti: è importante sottolineare come non esista un impianto nella raccolta dati che soddisfi contemporaneamente tutti i valori più restrittivi di emissioni in aria, acqua e di performance energetica. Vanno infatti tenuti in considerazione gli effetti incrociati e le interdipendenze; per esempio, se si guarda alla tecnologia migliore per l’abbattimento dei componenti acidi nei fumi allora sembra chiaro che il trattamento umido (o semi umido) sia la scelta migliore. Ma questa comporta un refluo che dovrà essere successivamente trattato o evaporato, con conseguente diminuzione dell’efficienza energetica.

 

Quello che le BAT non dicono

Finora abbiamo analizzato alcuni degli aspetti principali di quello che le BAT Conclusions ci dicono. Ma permetteteci un accenno a quello che le BAT Conclusions non dicono: come accennato sopra, il settore dell’incenerimento proviene da una lunga esperienza normativa di settore  e questo si riflette nell’allegato VI della direttiva sulle emissioni industriali, che elenca gli aspetti specifici di settore dell’incenerimento dei rifiuti a partire da come calibrare i propri strumenti di misura a come calcolare le medie giornaliere che servono per la verificare la conformità con i valori limite di emissione. Una volta pubblicate le BAT Conclusions, le autorità competenti dovranno lavorare su come inserire in modo armonico nelle autorizzazioni ambientali degli impianti sia i contenuti delle BAT Conclusions sia quelli dell’Allegato VI, e questa sarà una sfida particolarmente complessa da affrontare.

Associazioni di categoria come il CEWEP (l’associazione europea degli operatori di termovalorizzatori) hanno provato a dare delle risposte il più possibile obiettive ai quesiti di implementazione lasciati aperti ad interpretazione pubblicando linee guida e organizzando seminari conoscitivi, su scala europea ma anche a supporto degli operatori nei singoli Stati membri. L’impegno segue il principio secondo il quale quando mancano delle risposte nella normativa e dunque lo scambio di esperienze dirette diventa lo strumento più potente per evitare errori di implementazione. Per il settore dell’incenerimento le principali domande rimaste senza risposta sono: qual è la maniera corretta di definire i nuovi limiti tenuto conto che le fasi operative in cui deve essere garantita la conformità di legge con i limiti (IED, Annex VI, Part XXX) non sono le stesse a cui fanno riferimento i range riportati nelle BAT Conclusions? Storicamente gli impianti devono rispettare i limiti di emissione in continuo non solo durante il normale funzionamento, ma anche durante altre fasi più complesse in cui il rifiuto viene comunque incenerito, ad esempio durante l’accensione e lo spegnimento. Tuttavia i range forniti nelle BAT fanno riferimento, per definizione, solo alla fase di normale funzionamento. E come affrontare il rompicapo dell’incertezza di misura che, a livelli emissivi risibili come quelle tipiche degli impianti di incenerimento, assume valori estremamente elevati, spesso più elevati di quanto comunemente noto? L’estrema complessità della questione ha scaldato i tavoli di lavoro durante tutto il processo di revisione, ma l’unico riferimento al problema lo troverete nel poco considerato Capitolo 7 del BREF, che verrà pubblicato tra qualche mese e solo in inglese.

Ai posteri l’ardua sentenza. O meglio, a noi tutti tra 4 anni, quando le AIA dovranno essere state aggiornate e si potrà vedere come le autorità competenti avranno interpretato e messo insieme le varie fonti normative disponibili.

 

* Gli ingegneri Speziale e Ceccherini hanno seguito a Bruxelles per conto del CEWEP (Confederation of European Waste-to-Energy Plants) tutto il percorso di revisione delle BAT Conclusions per il settore dell’incenerimento dei rifiuti.

Congratulazioni

Congratulazioni ad entrambi gli autori. Articolo molto ben documentato e molto chiaro che consente di comprendere questo argomento molto complicato.
Solo un'osservazione molto piccola. Le conclusioni sulle BAT sono disponibili solo in 23 lingue dell'UE. La Commissione non traduce testi ufficiali in gaelico. Vedere:
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=uriserv:OJ.L_.2019.3...