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2024-04-16 19:48

La Corte dei conti Ue chiede di rilanciare eolico e solare elettrico e di allentare i vincoli

QUEL CHE C’È DA SAPERE

Secondo la Corte dei conti europea, l’Ue deve adottare misure significative per produrre più energia elettrica da impianti eolici e solari e conseguire i valori obiettivo che si è prefissata in termini di energia da fonti rinnovabili. A parere della Corte, sebbene sia il settore dell’energia eolica che quello dell’energia solare abbiano fatto registrare una forte crescita dal 2005, vi è stato un rallentamento a partire dal 2014.

Secondo la Corte, la Commissione Ue dovrebbe esortare gli Stati membri a sostenere l’ulteriore diffusione dell’energia da fonti rinnovabili organizzando aste per assegnare capacità aggiuntiva, promuovendo la partecipazione dei cittadini e migliorando le condizioni di tale diffusione. Allo stesso tempo, la Corte segnala che, per metà degli Stati membri dell’Ue, raggiungere i valori-obiettivo in termini di energia da fonti rinnovabili al 2020 resterà una sfida significativa.

Queste osservazioni e proposte sono contenute in una relazione presentata dalla Corte dei conti europea, intitolata Produzione di energia elettrica da impianti eolici e solari: sono necessari interventi significativi per conseguire i valori-obiettivo che l’UE si è prefissata. Gli auditor della Corte si sono recati in Germania, Grecia, Spagna e Polonia per verificare se il sostegno finanziario alla produzione di energia elettrica mediante impianti eolici e solari sia stato efficace. La Corte ha rilevato che, in diversi casi, i primi regimi di sostegno erano stati eccessivamente sovvenzionati, risultando in prezzi dell’energia elettrica più alti e maggiori disavanzi pubblici. Dopo il 2014, quando gli Stati membri alla fine hanno ridotto il sostegno finanziario per alleggerire l’onere gravante sui consumatori e sui bilanci nazionali, la fiducia degli investitori è diminuita e si è verificato un rallentamento del mercato.

“Gli Stati membri hanno incentivato gli investimenti in impianti eolici e solari, ma il modo in cui hanno ridotto il sostegno ha scoraggiato potenziali investitori e ha rallentato la diffusione”, ha affermato George Pufan, il membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Il rallentamento nel passaggio alla produzione di energia elettrica da rinnovabili comporta il rischio che il valore-obiettivo dell’Ue al 2020 possa non essere raggiunto”.

Per favorire la diffusione di eolico e solare, la Corte dei conti europea indica la necessità di vincoli territoriali non troppo restrittivi. Nella sua relazione, la Corte afferma infatti che “i vincoli di pianificazione del territorio possono limitare in maniera significativa lo sviluppo di nuovi progetti. Le disposizioni per la determinazione della distanza minima tra un parco eolico e le aree residenziali possono essere particolarmente restrittive. La sfida per gli Stati membri consiste nell’attuare disposizioni sulla pianificazione del territorio che tutelino zone urbane e riserve naturali consentendo, al contempo, la diffusione dell’energia eolica e solare fotovoltaica.

La Corte ha riscontrato che ciò ha costituito un problema in due degli Stati membri esaminati. Ad esempio, da quando una regione tedesca ha fissato la distanza minima ammissibile che separa una turbina dall’abitazione più vicina a 10 volte l’altezza totale della turbina (raggiungendo la distanza di 2 km), non ha ricevuto alcuna nuova domanda di costruzione di impianti eolici. L’impatto della misura consisteva nel ridurre i terreni da poter utilizzare per i parchi eolici a circa lo 0,3% anziché la superficie prevista compresa tra il 2% e il 3% della superficie della regione. La stessa disposizione è stata introdotta in Polonia nel 2016. Non vi è stata alcuna valutazione d’impatto ufficiale, ma da studi è emerso che tale disposizione ha ridotto i terreni ammissibili agli investimenti nell’energia eolica ad appena lo 0,1% del territorio nazionale, anziché la superficie prevista del 2,6%, se si mantiene una zona tampone di 1 chilometro di larghezza tra gli impianti e gli insediamenti”.

Secondo la Corte dei conti europea, inoltre, occorre ridurre la lunghezza delle procedure amministrative e le carenze riscontrate nelle reti. Il fattore cruciale per incrementare gli investimenti viene individuato nell’organizzazione di aste per assegnare capacità di produzione aggiuntiva da rinnovabili, per determinare il prezzo di offerta e promuovere la partecipazione dei cittadini all’economia verde.

La Corte calcola che tra il 2005 e il 2017, la produzione di energia eolica e solare nell’Ue è cresciuta rispettivamente del 400% e dell’8.000 %. Tra il 2007 e il 2020 l’Ue, tramite il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione, ha messo a disposizione circa 8,8 miliardi di euro per progetti relativi a energia da fonti rinnovabili, di cui circa 972 milioni di euro per investimenti in impianti eolici e 2,9 miliardi di euro per investimenti in impianti a energia solare. I regimi di sostegno, in genere, hanno offerto prezzi di vendita garantiti, premi supplementari o introiti aggiuntivi tramite certificati negoziabili. Per il periodo 2021-2027, la Commissione propone di mettere a disposizione circa 71,8 miliardi di euro per interventi che sostengano gli obiettivi climatici, tra i quali rientra la promozione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

L’Ue ha fissato per il 2020 valori-obiettivo nazionali per l’utilizzo combinato di energia a fini di riscaldamento e raffrescamento, trasporto e produzione di energia elettrica. La Commissione, ricorda la Corte dei conti, può intentare un’azione legale contro gli Stati membri che non conseguiranno detti valori-obiettivo. Gli Stati membri erano liberi di fissare propri valori-obiettivo più ambiziosi in materia di energia da rinnovabili. Tuttavia, per il 2030, i valori-obiettivo nazionali sono stati abbandonati ed è stato fissato un valore-obiettivo per l’insieme dell’Ue.