END OF WASTE
Ad un anno e mezzo dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato il rilascio delle autorizzazioni per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), il Governo ha introdotto nel Decreto Legge Sblocca Cantieri l’emendamento che doveva portare una soluzione al problema del fine vita dei materiali indispensabile per permettere alle aziende di fare economia circolare.
Si tratta però di un testo sbagliato, che causerà molti problemi nel settore dell’industria del riciclo, frenando l’economia circolare perché non permette ai rifiuti di diventare nuovi prodotti. Con questo emendamento, infatti, tutti i materiali che non rientrano nel dispositivo del vecchio decreto del ministero dell’Ambiente del 5 febbraio 1998 non potranno essere considerati nuovi prodotti. Questo significa che tutte le nuove attività e filiere del riciclo che si sono sviluppate negli ultimi venti anni rischiano di essere illegali perché i materiali non potranno più essere gestiti come materie prime seconde ma dovranno essere gestiti come rifiuti.
“È come cancellare vent’anni di ricerche e nuove tecnologie di riuso e riciclo con il rischio che le aziende innovative chiudano o si trasferiscano all’estero e interi flussi di rifiuti finiscano in discarica”, afferma la presidente degli Amici della Terra, Monica Tommasi, ricordando come sin dallo scorso gennaio l’associazione avesse avanzato una proposta per superare l’impasse che blocca, ormai da molto tempo, ogni concreto avvio di economia circolare. La proposta era stata inviata al Ministero dell’Ambiente e pubblicata su “L’Astrolabio”. In base a quella proposta l’emendamento del Governo dovrebbe essere così corretto: “per quei casi ove le disposizioni di cui ai decreti del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio in data 5 febbraio 1998, 12 giugno 2002, n. 161, e 17 novembre 2005, n. 269 e loro allegati non fossero immediatamente applicabili o non previsti, l’autorità competente procede al rilascio delle necessarie autorizzazioni sulla base di un parere formulato dall’Arpa/Appa competente per territorio sentita Ispra per tramite del Consiglio del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale al fine di garantire l’omogeneità su tutto il territorio Nazionale”.
“Il Governo ha sbagliato a non interloquire con gli stakeholder”, afferma Monica Tommasi e il risultato è stata l’approvazione di “un emendamento che blocca il riciclo”.
La proposta degli Amici della Terra non è stata fatta propria dal governo, così come non è stata accolta quella avanzata da Fise Unicircular (Unione Imprese dell’Economia Circolare), che mirava ad anticipare in modo completo la disciplina Ue sull'End of Waste. “La montagna ha partorito un topolino”, afferma Fise Unicircular, che evidenzia come Il DM 5 febbraio 1998 (e gli altri decreti a cui la norma approvata vincola le autorizzazioni sia nuove che in fase di rinnovo) sia “una norma incompleta, obsoleta, poiché superata dall’evoluzione delle norme tecniche di settore e di tecnologie vent’anni fa inesistenti, e, per certi versi, inapplicabile”, con il risultato che molti materiali “dovranno essere gestiti come rifiuti e non come materie prime”.
Fise Unicircular, insieme a Fise Assoambiente e a Utilitalia, auspica che a questo punto il ministero dell’Ambiente faccia quel che non ha fatto sinora e cioè “promuova un tavolo di confronto che coinvolga gli operatori e consenta, attraverso un dialogo costruttivo, di definire nuove misure adeguate alle necessità del settore”.