QUEL CHE C’È DA SAPERE
La Commissione europea ha deferito nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue in una causa riguardante l’inquinamento atmosferico. Nel maggio 2018 l'Italia era stata deferita alla Corte di giustizia per via dei livelli costantemente elevati di particolato PM10. La nuova causa riguarda il mancato rispetto dei limiti del biossido di azoto (NO2) e fa seguito alla lettera di messa in mora inviata all’Italia nel maggio 2015 e al successivo parere motivato inviato alla Corte Ue da parte della Commissione nell’ambito della procedura di infrazione 2015/2043.
La Commissione Ue contesta all’Italia di non aver ottemperato agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria, con riferimento al mancato rispetto dei valori limite di biossido di azoto in 15 zone e agglomerati localizzati nel territorio delle regioni Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia e Toscana. La Commissione contesta anche la mancata attuazione di misure appropriate per garantire la conformità ai pertinenti valori limite di NO2, in particolare per mantenere il periodo di superamento il più breve possibile.
La Commissione ha infatti rilevato che, benché la legislazione italiana (decreto legislativo n. 155/2010) abbia recepito integralmente i limiti orari (pari a 200 microgrammi/m3) ed annuali (pari a 40 microgrammi/m3) relativi al biossido di azoto, in ampie aree del territorio nazionale tali limiti non risultano rispettati.
Per il superamento dei limiti di NO2 la Commissione Ue ha avviato in totale 14 cause d'infrazione, tuttora in corso, nei confronti di Austria, Belgio, Repubblica ceca, Germania, Grecia Danimarca, Francia, Spagna, Ungheria, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Italia. Prima dell’Italia, nel maggio 2018, sono state deferite alla Corte di giustizia Francia, Germania e Regno Unito.
Sempre nel maggio 2018 L’Italia, insieme a Ungheria e Romania, era stata deferita alla Corte di giustizia per via dei livelli costantemente elevati di particolato PM10 in 28 zone di qualità dell'aria, comprese le regioni Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, in cui i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 fino a 89 giorni.