QUEL CHE C’È DA SAPERE
Dopo quelli su pannelli fotovoltaici e acciaio, la Commissione Ue ha imposto nuovi dazi definitivi anti-dumping su prodotti provenienti dalla Cina: le ultime decisione riguardano ghisa e acciaio anticorrosione. Per quanto riguarda i getti di ghisa, che comprendono chiusini e griglie utilizzati per il drenaggio stradale, i dazi vanno dal 15,5% al 38,1%. L’indagine Ue sui prodotti di ghisa, che nel mercato europeo hanno un valore pari a 700 milioni di euro, era stata avviata nel dicembre 2016 in seguito a una denuncia di sette produttori europei nei confronti di prodotti provenienti da Cina e India ma nel caso di quest’ultima non sono state trovate prove di dumping. La ghisa cinese era già stata oggetto di dazi Ue tra il 2005 e il 2011.
Sull’acciaio anticorrosione cinese la Ue aveva già imposto dei dazi provvisori lo scorso agosto. Ora la Commissione europea ha imposto dazi definitivi per cinque anni, che variano dal 17,2% al 27,9%. L'acciaio anticorrosione è utilizzato principalmente nell'industria edilizia, per l'ingegneria meccanica, nella produzione di tubi saldati e nella fabbricazione di elettrodomestici. Il valore del mercato dell’Ue di questo prodotto è stimato in 4,6 miliardi di euro e la quota di prodotto originario della Cina è del 20%.
La Commissione Ue afferma che queste misure “contrastano la pressione al ribasso sui prezzi di vendita, fonte di problemi finanziari per i produttori dell'Ue basati principalmente in Belgio, Francia, Polonia e Paesi Bassi. L'industria siderurgica è fondamentale per l'economia dell'Unione, occupa una posizione centrale nelle catene globali del valore e impiega centinaia di migliaia di cittadini europei. Negli ultimi anni l'eccedenza di capacità produttiva di acciaio a livello mondiale ha fatto calare i prezzi a livelli insostenibili, con ripercussioni dannose sul settore, sulle industrie collegate e sull'occupazione. L'Ue sta quindi sfruttando tutte le potenzialità dei suoi strumenti di difesa commerciale per garantire ai suoi produttori condizioni di parità e la capacità di mantenere posti di lavoro nel settore”.