QUEL CHE C’È DA SAPERE
L’Assemblea parlamentare dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), riunitasi dal 5 al 9 luglio a Minsk, in Bielorussia, per la sua sessione annuale, ha approvato un emendamento alla risoluzione finale, proposto dal senatore Francesco Scalia (Pd) e sostenuto anche da parlamentari di diverse delegazioni nazionali, che chiede ai 57 Stati membri di sperimentare l’ImEa , cioè un’imposta sull’intensità carbonica dei prodotti, sostenuta dagli Amici della Terra.
Nella dichiarazione finale dell’Assemblea parlamentare dell’Osce si “raccomanda agli Stati partecipanti all’Osce di esaminare le opzioni per implementare una tassa o un’imposta sul carbonio delle industrie fortemente inquinanti e di sperimentare forme di tassazione sul consumo di CO2 contenuta nei prodotti, per aumentare la competitività dei prodotti con un minor contenuto di gas che cambiano il clima”.
Il senatore Scalia ha sottolineato come l’ImEA sia un’imposta finalizzata a premiare le produzioni, come quelle italiane, più virtuose dal punto di vista ambientale e a penalizzare quelle di paesi, come la Cina, che fanno largo uso di carbone e gas climalteranti. “Questo strumento avrebbe anche l’effetto di rendere più competitivi nel mercato europeo i nostri prodotti, oggi esposti alla concorrenza di beni prodotti con costi minori, proprio perché meno attenti ai profili ambientali.”
L’ImEA è stata individuata dagli Amici della Terra come uno strumento per superare uno dei punti di debolezza della politica energetico-ambientale della Ue, l’Emission Trading Scheme (ETS), che si caratterizza come autoreferenziale, inefficace a livello globale e controproducente per l’economia dell’Unione, dato che grava solo sulle industrie europee, che contribuiscono in misura assolutamente minoritaria alle emissioni globali di gas climalteranti.