QUEL CHE C’È DA SAPERE
Nell’ambito dell’esame della proposta di nuova direttiva della Commissione Ue sull’efficienza energetica, presso la commissione industria si è svolta un’audizione degli Amici della Terra, la cui presidente, Monica Tommasi, ha sostenuto la necessità di superare i limiti dell’impostazione Ue delle politiche di promozione dell’efficienza energetica attraverso l’adozione di un nuovo approccio che faccia dell’efficienza energetica il perno delle politiche di ripresa economica, utilizzando obiettivi e indicatori che possano esprimere il miglioramento di efficienza energetica in modo collegato alla crescita e alla competitività del Paese.
Secondo gli Amici della Terra, che hanno consegnato ai senatori un proprio documento di proposta, l’intensità energetica, che esprime il rapporto tra una unità di ricchezza o produzione e la quantità di energia necessaria per realizzarla, è un indicatore che consente, molto meglio dell’andamento dei consumi, di registrare l’effettivo miglioramento dell’efficienza energetica nelle attività di produzione o consumo. Un solido rilancio dell’economia italiana può passare solo attraverso investimenti di miglioramento dell’efficienza energetica nei processi produttivi in chiave di crescita della competitività. Assumere la riduzione dell’intensità energetica come principale obiettivo costituisce la premessa per un’effettiva integrazione delle politiche ambientali con le politiche industriali. Ciò consentirà una riduzione dei consumi di energia in uno scenario di rafforzamento della competitività e crescita economica.
Come sottolineato anche dal governo, secondo gli Amici della Terra la proposta della Commissione europea di estendere al 2030 l’obiettivo vincolante di incremento annuo di risparmio energetico dell’1,5% dei consumi finali può risultare punitiva per i paesi come l’Italia, che hanno già raggiunto un elevato livello di efficienza energetica. Mantenere questa progressione, infatti, richiederebbe investimenti molto superiori a quelli degli altri paesi che sono ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi 20-20-20, determinando un gap di competitività a spese del nostro sistema produttivo.
Al contrario, gli Amici della Terra propongono di adottare un criterio di premialità, consentendo una maggiore flessibilità nella definizione delle politiche di promozione del miglioramento dell’efficienza energetica ai paesi che hanno già raggiunto nel 2015 la riduzione del livello di consumi al livello previsto per il 2030. Per questi paesi, l’obiettivo 2020 – 2030 di risparmio energetico dovrebbe diventare indicativo e dovrebbe essere loro consentita una maggiore flessibilità nella definizione delle misure di sostegno rispetto ai requisiti richiesti dalla proposta.
In questa prospettiva, affermano gli Amici della Terra, occorre ridisegnare il meccanismo dei certificati bianchi come strumento economico in grado di offrire un elevato grado di efficacia ed efficienza all’intervento pubblico nelle politiche energetico-ambientali.
Su richiesta dei senatori della commissione industria, la delegazione degli Amici della Terra ha illustrato anche la proposta di Imposta sulle Emissioni Aggiunte presentando uno specifico documento.