Oggi:

2024-03-28 09:59

Seconda relazione della Commissione Ue sullo stato dell'Unione dell'energia

QUEL CHE C’È DA SAPERE

“L'Europa è sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi al 2020 per le emissioni di gas a effetto serra, l'efficienza energetica e le energie rinnovabili”, ha dichiarato la Commissione europea, presentando la seconda relazione annuale sullo stato dell’Unione dell’energia. Alla relazione sono annessi un primo allegato contenente l’aggiornamento della tabella di marcia per l'Unione dell'energia  e un secondo allegato contenente osservazioni programmatiche a livello di Stati membri e dell'Ue.

La Commissione sottolinea come l’Ue abbia già raggiunto l'obiettivo fissato al 2020 per quanto riguarda il consumo di energia finale, così come per le emissioni di gas a effetto serra, che nel 2015 erano del 22% inferiori ai livelli del 1990, mentre nello stesso periodo il Pil combinato degli Stati membri è aumentato del 50%, e si “continua a dissociare con successo la crescita economica dalle emissioni di gas a effetto serra”.

Per quanto riguarda le politiche in materia di efficienza energetica, la Commissione Ue afferma che stanno contribuendo notevolmente alla diminuzione del consumo di energia e alla decarbonizzazione, e possono anche contribuire a migliorare la qualità dell’aria. Sono necessari maggiori sforzi per ristrutturare gli edifici esistenti, al fine sia di ridurre il consumo globale di energia e le bollette energetiche dei consumatori sia di rendere il parco immobiliare dell’Unione europea più intelligente e sostenibile. A tale riguardo, afferma la Commissione Ue, le condizioni per il finanziamento degli investimenti in efficienza energetica negli Stati membri devono essere ulteriormente migliorate, anche tramite un consolidamento delle sinergie tra promotori e finanziatori, e promuovendo l’aggregazione dei progetti. Il potenziale delle nuove competenze e delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) è significativo per il miglioramento dell’efficienza energetica. Nella maggior parte degli Stati membri è necessario migliorare ulteriormente l’efficienza energetica nel settore dei trasporti, al fine di sfruttarne appieno le potenzialità residue.

Per quanto riguarda le infrastrutture per l’energia elettrica, undici Stati membri non hanno ancora raggiunto l’obiettivo al 2020 del 10% di interconnessione elettrica (Bulgaria, Cipro, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Romania e Regno Unito) e la Commissione sottolinea che occorre che proseguano nei loro sforzi. In alcuni Stati membri, il recente aumento della capacità installata per la generazione di energie rinnovabili è stato più rapido rispetto all’aumento della capacità di interconnessione, facendo sì che questi paesi siano rimasti al di sotto dell’obiettivo di interconnessione.

Per quanto riguarda i mercati al dettaglio e i consumatori, la Commissione Ue afferma che la responsabilizzazione dei consumatori attraverso la diffusione dei contatori intelligenti è una realtà concreta solo in alcuni Stati membri (in particolare Finlandia, Italia, Svezia e Malta). In Estonia, Spagna e Danimarca circa la metà dei nuclei famigliari sono già dotati di contatori intelligenti per l’energia elettrica. Per quanto riguarda i tassi di penetrazione dei contatori intelligenti per il gas, soltanto i Paesi Bassi hanno compiuto notevoli progressi in quanto quasi il 30% delle famiglie ne è dotato. In molti Stati membri, gli oneri amministrativi ostacolano il passaggio dei consumatori a nuovi fornitori e migliori condizioni contrattuali.

Infine, c’è l’aspetto della povertà energetica, che la Commissione europea afferma essere una preoccupazione per molti Stati membri. In media, nelle famiglie a basso reddito dell’Ue circa l’8,6% della spesa è destinato a fini connessi all’energia; per di più, dal 2005 questa percentuale è aumentata nella maggior parte degli Stati membri. Inoltre, una quota crescente di questi nuclei familiari (il 23% nel 2015) non ha sufficienti mezzi finanziari per riscaldare adeguatamente le proprie abitazioni. Secondo la commissione Ue sono necessarie misure più mirate destinate ai consumatori vulnerabili da parte degli Stati membri per contrastare efficacemente la povertà energetica e di combustibile.