QUEL CHE C’È DA SAPERE
La Commissione europea ha deciso di imporre dazi anti-dumping sui tubi di acciaio e raccordi di saldature dei tubi provenienti da Cina e Taiwan, dopo che un’indagine ha appurato che venivano venduti in Europa a prezzi di dumping. Le esportazioni cinesi verso l’Ue di questi due prodotti saranno ora tassate con dazi antidumping che vanno dal 30,7% al 64,9% rispetto ai prezzi praticati dalla Cina, mentre per i prodotti da Taiwan i dazi oscilleranno tra il 5,1% e il 12,1%.
I tubi di acciaio e i raccordi testa a testa di saldature dei tubi sono usati in vari settori industriali, come il petrolchimico, l’alimentare e il farmaceutico, le costruzioni navali, le centrali elettriche, le costruzioni e gli impianti industriali.
La Commissione europea sottolinea che attualmente l’Ue ha in atto un numero senza precedenti di misure di difesa commerciale nei confronti di importazioni sleali di prodotti siderurgici, per un totale di 39 misure antidumping e antisovvenzioni, 17 delle quali riguardano prodotti provenienti dalla Cina.
L’indagine della Commissione Ue, che ha preso in esame il periodo compreso tra il 1° ottobre 2014 e il 30 settembre 2015, ha accertato che in questo periodo i prezzi di vendita dei produttori esportatori sono mediamente diminuiti, passando da 8.129 euro/tonnellata nel 2012 a 6.658 euro/tonnellata durante il periodo dell'inchiesta (– 18,1 %). Come si legge nel Regolamento di esecuzione che istituisce questi nuovi dazi, “abbassando continuamente il prezzo di vendita unitario nel periodo in esame, i produttori esportatori dei paesi interessati sono riusciti ad aumentare notevolmente la loro quota di mercato tra il 2012 (24,7 %) e il periodo dell'inchiesta (30,7 %).
Dal 2012 il continuo aumento delle importazioni dai paesi interessati a prezzi inferiori a quelli dell'industria dell'Unione ha avuto un'incidenza chiaramente negativa sui risultati finanziari dell'industria dell'Unione. Infatti, mentre l'industria dell'Unione tagliava i propri costi riducendo l'organico e chiudendo impianti, aumentava il volume delle importazioni oggetto di dumping a prezzi in costante diminuzione, il che ha costretto l'industria dell'Unione a diminuire ulteriormente il proprio volume delle vendite. L'industria dell'Unione ha pertanto perso quote di mercato e non è stata in grado di trarre vantaggio dall'aumento del consumo.
Data la coincidenza temporale chiaramente stabilita tra il livello sempre crescente delle importazioni oggetto di dumping a prezzi in costante diminuzione, da un lato, e il calo del volume delle vendite dell'industria dell'Unione, dall'altro, si conclude che le importazioni oggetto di dumping sono state all'origine della situazione pregiudizievole dell'industria dell'Unione”.