QUEL CHE C’È DA SAPERE
Due giorni dopo aver presentato il pacchetto su efficienza energetica ed energie rinnovabili, che richiederà una spesa supplementare di 177 miliardi di euro l’anno, a partire dal 2021, per raggiungere gli obiettivi in materia di clima ed energia, la Commissione europea ha pubblicato uno studio che indica nei green bond uno strumento di finanziamento ed investimento essenziale, illustrando come essi abbiano goduto di una crescita straordinaria, a partire dalla loro prima emissione nel 2007.
Lo studio sulle potenzialità e il funzionamento dei mercati delle obbligazioni verdi indica anche quali sono gli attuali colli di bottiglia e le misure per superarli. Tra gli ostacoli, lo studio indica la mancanza di una definizione e di un quadro di riferimento, raccomandando la promozione di uno standard comune europeo, in modo da assicurare che le risorse finanziarie provenienti dalle emissioni verdi vadano realmente a finanziare progetti ambientali.
Nel 2012 sono stati emessi a livello globale 2,6 miliardi di dollari di green bond, che nel 2015 hanno raggiunto i 41,8 miliardi e nei primi undici mesi del 2016 i 74,3 miliardi. Gli europei e i cinesi sono i maggiori emettitori di obbligazioni verdi e in Europa i principali sono Francia e Regno Unito. Secondo la Commissione Ue, alla luce dell’impegno globale verso un’economia a basse emissioni di carbonio, è probabile che il mercato obbligazionario verde continui a crescere, attirando un maggior numero di emettitori e di investitori, diventando una fonte di finanziamenti verdi a lungo termine, accanto al credito bancario e al finanziamento azionario.
Attualmente, i green bond finanziano principalmente progetti nel campo delle energie rinnovabili (45,8% delle emissioni globali nel 2015), dell’efficienza energetica (19,6%), dei trasporti a basse emissioni (13,4%), delle risorse idriche (9,3%), del trattamento di rifiuti e dell’inquinamento (5,6%).