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È Morto Mario Signorino

FONDATORE E PRESIDENTE ONORARIO DEGLI AMICI DELLA TERRA

Messina 10 marzo 1938 – Roma 15 agosto 2016

Analista ed esperto di strategie ambientali. Negli anni ’60, assistente alla cattedra di Storia moderna del prof. Rosario Romeo presso l’Università di Roma; direttore del settimanale di Ferruccio Parri “L’Astrolabio” dal 1967 al 1970; nel 1976-'77 direttore della rivista mensile “Prova radicale”. Fondatore nel 1977 - e a lungo presidente - degli Amici della Terra/Italia. Senatore radicale negli anni ’80. Ideatore ed estensore della legge 61/94 istitutiva del sistema delle agenzie per l’ambiente,  primo presidente dell’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente, ed esperto della Commissione tecnico-scientifica del Ministero dell’ambiente. Negli ultimi anni ha dato vita ad un altro l'Astrolabio, nella forma di newsletter quindicinale on line degli Amici della Terra Italia, che si avvale di collaboratori scientifici ed esperti riconosciuti  con l’intento di mantenere un alto standard scientifico-tecnico e individuando, laddove possibile, scelte, priorità e soluzioni.


LA NOTIZIA SUI MEDIA

Re: [Satyagraha 2009] E' morto Mario Signorino, Angiolo Bandinel

Sono fuori Roma. Apprendo con molto dolore la brutta notizia. Addio, amico Mario, direttore de l'Astrolabio e mio direttore

angiolobandinelli@.........it

Il 16.08.2016 14:49 Sergio Rovasio ha scritto:

Ciao Mario, da Sergio Rovasio <sergio.rovasio@ com>

Grazie Valter, Gianfranco e Gaetano per questi bei ricordi che messi insieme raccontano l intenso percorso vissuto da Mario Signorino con i Radicali, sia come Senatore sia come membro del CG del Pr.
È stato tra i fondatori degli Amici della Terra in assoluto la prima organizzazione ambientalista attivissima politicamente che avviò i suoi primi passi grazie alla cessione di una parte del finanziamento pubblico dei Radicali. La sede storica di Piazza Sforza Cesarini era il luogo d'avanguardia tecnologica dove andavamo da Torre Argentina a fare le fotocopie perchè noi avevamo solo due ciclo stili , strumenti più arcaici e complicati da usare. Grazie ad una sua intuizione e ai solleciti di Marco Pannella fu acquistato in Germania dagli AdT il simbolo del Sole che ride ceduto poi ai Verdi per potersi presentare alle elezioni. Di fatto la prima assemblea dei Verdi del 1986 all hotel Nazionale con la cessione del simbolo si svolse grazie ad un gruppo di Radicali con Mario Signorino e Rosa Filippini in testa che coinvolsero in tutta Italia le persone più attive sui temi dell' ambientalismo e con pesanti lamentele e proteste dei verdi-comunisti...
La sede de L' Astrolabio che si trovava al piano di sotto di quella dei Radicali in Via di Torre Argentina 18 era il suo punto di riferimento. Verso la fine degli anni 80 Ada Rossi che ci venne a trovare in sede ci fece scendere nella redazione con Mario per fare un atto di donazione di centinaia di copie del mensile de L'Astrolabio... ma già era diventato l organo della Sinistra (in)dipendente del Pci.
Mario abitava in Via della Panetteria e da casa di Marco la sua era l'unica abitazione da dove si riusciva a comunicare dalla finestra dello studiolo (all epoca Marco non aveva il telefono)...
Il grande riabbraccio avvenne ai tempi della Rosa nel Pugno quando il comitato elettorale per le politiche del 2006 si insediò presso la sede degli AdT nella ex sede de L'Astrolabio in Via di Torre Argentina 18...
Ciao Mario

Il 16 Ago 2016 13:01, "Gaetano Dentamaro [a.k.a. Mr Bittertooth]" ha scritto:

Da Piazza Sforza Cesarini, ... // sulla morte di Mario Signorino

"L'uomo di Reiser che orina sul televisore, sulla copertina di cartone spesso di Prova Radicale: mito"
satyagraha @bittertooth. org (gaetano.dentamaro)

Piazza Sforza Cesarini, presso la sede degli Amici della Terra, è dove pre-fondiamo la Lega Socialista per il Disarmo, che insomma, se fosse oggi, sarebbe di certo un soggetto costituente radicale. LSD eh! e Alternativa Nonviolenta, '78-'79, hai detto, Valter, "debole" o è stato Angiolo?

Per me: quello che sogno da sempre, l'odore dell'inchiostro, i primi due numeri fatti ancora a piombo nella storica tipografia di Via Dandolo; sedere accanto al capo lynotipista che batte la tastiera con una mano e con l'altra cola il piombo di manetta e calcola gli spazi. Imparare la simbologia per la correzzione :-) delle bozze (unico testo di riferimento: A.Bandinelli, "Farsi un libro", StampAlternativa) le prime due colonne scritte e pubblicate. Conoscere Maoloni e Aurelio Candido (Il Messaggero con loro diventa un'altra cosa, emergono dallo sport dove il calciatore scontornato palla al piede ti viene incontro a tutta pagina, cose mai viste). Sul terzo numero per la fondazione della LSD ho boh? tre quattro pagine per raccontare l'invasione della Cecoslovacchia e la "resistenza nonviolenta", la gente attorno ai carri armati che chiede ai soldati russi "Pocemù", perché? il "Congresso alla macchia", la fiaccola umana Jan Palach, fu nonviolenza? Sì; il comitato degli studenti riconobbe che la sconfitta del socialismo di Dubcek era definitiva, il regime sovietico sarebbe durato per molti decenni; occorre un atto di resistenza capace di durare altrettanto nella memoria e nelle coscienze; Jan Palach estrasse il numero 1, le fiaccole erano dieci, il comitato decise di non accendere nessun'altra fiaccola. Ci attaccavo il golpe dei colonnelli in Grecia, l'assassinio di Lambrakis, le parole finali del film di Costa Gavras: "Successivamente i militari hanno proibito: i capelli lunghi, la libera stampa, spezzare i bicchieri alla russa... e la lettera Zeta, che in greco sta a significare, è vivo". Nel mondo reale, NR a parte, paginate e articolesse le ho potute scrivere solo su "Paese Sera" sotto una breve direzione di Renzo Foa, e mi pagarono pure.

Che c'entra questo, niente. L'uomo di Reiser che orina sul televisore, sulla copertina di cartone spesso di Prova Radicale: mito.

Le risposte secche di Mario Signorino? Conoscendolo un po', bastava chiedergli un parere sull'oratore giusto: Mario, che sta dicendo questo? "Minchiate".

Tra i Proletari in divisa se non erro c'era anche Carlo Romeo? o arrivò dopo? In via degli Avignonesi alle riunioni del CRAN-LSD veniva ancora in divisa.

Nell'archivio radicale c'è, della manifestazione per l'arresto di De Finetti, la foto di uno dei cartelloni più belli della storia radicale, secondo me: è un segno di radice quadrata, con la scritta "Poliziotto arrestami sono un radicale"

E' morto Mario Signorino. Gianfranco Spadaccia, il ricordo. (AR)

[Satyagraha 2009] E' morto Mario Signorino
da satyagraha-2009 @googlegroups.com
gianfranco spadaccia
Allego il ricordo, scritto per Agenzia Radicale, di Mario Signorino.

E' morto Mario Signorino
di Gianfranco Spadaccia

E' morto nella notte di ferragosto, alle 2,30, nell'ospedale di Santo Spirito in Sassia, Mario Signorino. Aveva 78 anni ed era da tempo malato. Nell'emozione e nel dolore per la sua scomparsa proverò a tracciarne un ricordo personale e a rievocare i momenti salienti della sua biografia, affidandomi soprattutto alla lunga amicizia e alla intensa collaborazione professionale e politica che abbiamo avuto in alcuni periodi della nostra vita.
E' stato in Italia il fondatore degli “Amici della Terra”, una delle prime organizzazioni ecologiste internazionali e fu uno dei primi ad affermare la pericolosità e l'antieconomicità della scelta nucleare convincendo a questa posizione Marco Pannella e il partito radicale. Fu direttore nel 1976/77 della seconda serie di La Prova Radicale, un periodico che ebbe vita breve ma fu un tentativo editoriale e una sperimentazione grafica importante e innovativa. Senatore radicale nella legislatura 1983-1987, si batté per la istituzione dell'Agenzia per la protezione dell'Ambiente, della quale divenne a metà degli anni 90 il primo presidente. Protagonista con Rosa Filippini di innumerevoli progetti e iniziative ecologiste, ha sempre rifiutato e respinto le posizioni fondamentaliste e catastrofiste che hanno caratterizzato in Italia e nel mondo una parte del movimento verde, nella convinzione che anziché favorire in realtà avrebbero allontanato e reso più difficile la governabilità delle gravi questioni ambientali del pianeta e gli accordi internazionali necessari per perseguirla e renderla concretamente possibile.
L'ho conosciuto negli anni sessanta quando entrambi fummo coinvolti da Ernesto Rossi - lui da subito come redattore, io come collaboratore – nell'impresa di dar vita, dopo la rottura con Il Mondo e con Mario Pannunzio, al settimanale L'Astrolabio. Era stato fino a quel momento un allievo di Rosario Romeo e un promettente studioso di storia moderna e contemporanea e, se non ricordo male, fu in questa veste di ricercatore che ebbe i primi rapporti di collaborazione con Ernesto Rossi. Mario si era laureato con il massimo dei voti con una tesi su Gaetano Salvemini che Rossi ha sempre considerato più che un maestro, un vero e proprio padre elettivo. Nel 1964, con la direzione di Ferruccio Parri, L'Astrolabio riuscì a trovare i primi finanziamenti, a darsi una agile struttura editoriale e a conquistare la periodicità settimanale avendo negli articoli e nelle inchieste di Ernesto, come era stato per Il Mondo, il suo maggiore punto di forza. Mario ne divenne presto redattore capo e poi, dopo la rottura di Parri con il PSI, sostituì Luigi Ghersi, anche lui di Messina, nella vice direzione. Per la seconda metà degli anni sessanta e i primissimi anni settanta abbiamo lavorato a contatto di gomito, impegnati lui nel concepire e confezionare il settimanale, io nell'assicurare editoriali e commenti politici: una collaborazione che, con la copertura e la condivisione di Ferruccio Parri, fece dell'Astrolabio un costante sostenitore della battaglia per il divorzio e della politica dei diritti civili di cui i radicali erano con Loris Fortuna i protagonisti. Per entrambi fu una importante esperienza professionale e politica: recentemente, quando il Senato della Repubblica ha curato la digitalizzazione dell'intera collezione dell'Astrolabio entrambi siamo stati invitati a rievocarla con le nostre testimonianze in una pubblicazione curata dal più diretto collaboratore di Ferruccio Parri, Casiglia. E' stato probabilmente l'ultimo scritto di Mario, già provato dalla malattia. In essa ha ricordato, con accenti anche autocritici di gratitudine e affetto, i rapporti di collaborazione con Ferruccio Parri in un periodo caratterizzato da grandi mutamenti politici e sociali. Il rapporto con Parri si concluse con la progressiva trasformazione dell'Astrolabio in organo della Sinistra Indipendente e del suo gruppo parlamentare.
Se ne va un uomo colto e discreto che ha saputo essere testimone e protagonista del suo tempo e della sua generazione senza mai tradire la sua autonomia di giudizio e il suo senso critico.
Addio Mario. Ci mancherai.

E' morto Mario Signorino. Gianfranco Spadaccia, il ricordo. (AR)

[Satyagraha 2009] E' morto Mario Signorino
da satyagraha-2009 @googlegroups.com
gianfranco spadaccia
Allego il ricordo, scritto per Agenzia Radicale, di Mario Signorino.

E' morto Mario Signorino
di Gianfranco Spadaccia

E' morto nella notte di ferragosto, alle 2,30, nell'ospedale di Santo Spirito in Sassia, Mario Signorino. Aveva 78 anni ed era da tempo malato. Nell'emozione e nel dolore per la sua scomparsa proverò a tracciarne un ricordo personale e a rievocare i momenti salienti della sua biografia, affidandomi soprattutto alla lunga amicizia e alla intensa collaborazione professionale e politica che abbiamo avuto in alcuni periodi della nostra vita.
E' stato in Italia il fondatore degli “Amici della Terra”, una delle prime organizzazioni ecologiste internazionali e fu uno dei primi ad affermare la pericolosità e l'antieconomicità della scelta nucleare convincendo a questa posizione Marco Pannella e il partito radicale. Fu direttore nel 1976/77 della seconda serie di La Prova Radicale, un periodico che ebbe vita breve ma fu un tentativo editoriale e una sperimentazione grafica importante e innovativa. Senatore radicale nella legislatura 1983-1987, si batté per la istituzione dell'Agenzia per la protezione dell'Ambiente, della quale divenne a metà degli anni 90 il primo presidente. Protagonista con Rosa Filippini di innumerevoli progetti e iniziative ecologiste, ha sempre rifiutato e respinto le posizioni fondamentaliste e catastrofiste che hanno caratterizzato in Italia e nel mondo una parte del movimento verde, nella convinzione che anziché favorire in realtà avrebbero allontanato e reso più difficile la governabilità delle gravi questioni ambientali del pianeta e gli accordi internazionali necessari per perseguirla e renderla concretamente possibile.
L'ho conosciuto negli anni sessanta quando entrambi fummo coinvolti da Ernesto Rossi - lui da subito come redattore, io come collaboratore – nell'impresa di dar vita, dopo la rottura con Il Mondo e con Mario Pannunzio, al settimanale L'Astrolabio. Era stato fino a quel momento un allievo di Rosario Romeo e un promettente studioso di storia moderna e contemporanea e, se non ricordo male, fu in questa veste di ricercatore che ebbe i primi rapporti di collaborazione con Ernesto Rossi. Mario si era laureato con il massimo dei voti con una tesi su Gaetano Salvemini che Rossi ha sempre considerato più che un maestro, un vero e proprio padre elettivo. Nel 1964, con la direzione di Ferruccio Parri, L'Astrolabio riuscì a trovare i primi finanziamenti, a darsi una agile struttura editoriale e a conquistare la periodicità settimanale avendo negli articoli e nelle inchieste di Ernesto, come era stato per Il Mondo, il suo maggiore punto di forza. Mario ne divenne presto redattore capo e poi, dopo la rottura di Parri con il PSI, sostituì Luigi Ghersi, anche lui di Messina, nella vice direzione. Per la seconda metà degli anni sessanta e i primissimi anni settanta abbiamo lavorato a contatto di gomito, impegnati lui nel concepire e confezionare il settimanale, io nell'assicurare editoriali e commenti politici: una collaborazione che, con la copertura e la condivisione di Ferruccio Parri, fece dell'Astrolabio un costante sostenitore della battaglia per il divorzio e della politica dei diritti civili di cui i radicali erano con Loris Fortuna i protagonisti. Per entrambi fu una importante esperienza professionale e politica: recentemente, quando il Senato della Repubblica ha curato la digitalizzazione dell'intera collezione dell'Astrolabio entrambi siamo stati invitati a rievocarla con le nostre testimonianze in una pubblicazione curata dal più diretto collaboratore di Ferruccio Parri, Casiglia. E' stato probabilmente l'ultimo scritto di Mario, già provato dalla malattia. In essa ha ricordato, con accenti anche autocritici di gratitudine e affetto, i rapporti di collaborazione con Ferruccio Parri in un periodo caratterizzato da grandi mutamenti politici e sociali. Il rapporto con Parri si concluse con la progressiva trasformazione dell'Astrolabio in organo della Sinistra Indipendente e del suo gruppo parlamentare.
Se ne va un uomo colto e discreto che ha saputo essere testimone e protagonista del suo tempo e della sua generazione senza mai tradire la sua autonomia di giudizio e il suo senso critico.
Addio Mario. Ci mancherai.

E' morto Mario Signorino. Gianfranco Spadaccia, il ricordo. (AR)

[Satyagraha 2009] E' morto Mario Signorino
da satyagraha-2009 @googlegroups.com
gianfranco spadaccia
Allego il ricordo, scritto per Agenzia Radicale, di Mario Signorino.

E' morto Mario Signorino
di Gianfranco Spadaccia

E' morto nella notte di ferragosto, alle 2,30, nell'ospedale di Santo Spirito in Sassia, Mario Signorino. Aveva 78 anni ed era da tempo malato. Nell'emozione e nel dolore per la sua scomparsa proverò a tracciarne un ricordo personale e a rievocare i momenti salienti della sua biografia, affidandomi soprattutto alla lunga amicizia e alla intensa collaborazione professionale e politica che abbiamo avuto in alcuni periodi della nostra vita.
E' stato in Italia il fondatore degli “Amici della Terra”, una delle prime organizzazioni ecologiste internazionali e fu uno dei primi ad affermare la pericolosità e l'antieconomicità della scelta nucleare convincendo a questa posizione Marco Pannella e il partito radicale. Fu direttore nel 1976/77 della seconda serie di La Prova Radicale, un periodico che ebbe vita breve ma fu un tentativo editoriale e una sperimentazione grafica importante e innovativa. Senatore radicale nella legislatura 1983-1987, si batté per la istituzione dell'Agenzia per la protezione dell'Ambiente, della quale divenne a metà degli anni 90 il primo presidente. Protagonista con Rosa Filippini di innumerevoli progetti e iniziative ecologiste, ha sempre rifiutato e respinto le posizioni fondamentaliste e catastrofiste che hanno caratterizzato in Italia e nel mondo una parte del movimento verde, nella convinzione che anziché favorire in realtà avrebbero allontanato e reso più difficile la governabilità delle gravi questioni ambientali del pianeta e gli accordi internazionali necessari per perseguirla e renderla concretamente possibile.
L'ho conosciuto negli anni sessanta quando entrambi fummo coinvolti da Ernesto Rossi - lui da subito come redattore, io come collaboratore – nell'impresa di dar vita, dopo la rottura con Il Mondo e con Mario Pannunzio, al settimanale L'Astrolabio. Era stato fino a quel momento un allievo di Rosario Romeo e un promettente studioso di storia moderna e contemporanea e, se non ricordo male, fu in questa veste di ricercatore che ebbe i primi rapporti di collaborazione con Ernesto Rossi. Mario si era laureato con il massimo dei voti con una tesi su Gaetano Salvemini che Rossi ha sempre considerato più che un maestro, un vero e proprio padre elettivo. Nel 1964, con la direzione di Ferruccio Parri, L'Astrolabio riuscì a trovare i primi finanziamenti, a darsi una agile struttura editoriale e a conquistare la periodicità settimanale avendo negli articoli e nelle inchieste di Ernesto, come era stato per Il Mondo, il suo maggiore punto di forza. Mario ne divenne presto redattore capo e poi, dopo la rottura di Parri con il PSI, sostituì Luigi Ghersi, anche lui di Messina, nella vice direzione. Per la seconda metà degli anni sessanta e i primissimi anni settanta abbiamo lavorato a contatto di gomito, impegnati lui nel concepire e confezionare il settimanale, io nell'assicurare editoriali e commenti politici: una collaborazione che, con la copertura e la condivisione di Ferruccio Parri, fece dell'Astrolabio un costante sostenitore della battaglia per il divorzio e della politica dei diritti civili di cui i radicali erano con Loris Fortuna i protagonisti. Per entrambi fu una importante esperienza professionale e politica: recentemente, quando il Senato della Repubblica ha curato la digitalizzazione dell'intera collezione dell'Astrolabio entrambi siamo stati invitati a rievocarla con le nostre testimonianze in una pubblicazione curata dal più diretto collaboratore di Ferruccio Parri, Casiglia. E' stato probabilmente l'ultimo scritto di Mario, già provato dalla malattia. In essa ha ricordato, con accenti anche autocritici di gratitudine e affetto, i rapporti di collaborazione con Ferruccio Parri in un periodo caratterizzato da grandi mutamenti politici e sociali. Il rapporto con Parri si concluse con la progressiva trasformazione dell'Astrolabio in organo della Sinistra Indipendente e del suo gruppo parlamentare.
Se ne va un uomo colto e discreto che ha saputo essere testimone e protagonista del suo tempo e della sua generazione senza mai tradire la sua autonomia di giudizio e il suo senso critico.
Addio Mario. Ci mancherai.

Re: [Satyagraha 2009] E' morto Mario Signorino: da Va.Vecellio

Valter Vecellio

Eccolo qui, Gaetano: che questa volta ci comunica non un suo “sberleffo” allegramente malinconico (o malinconicamente allegro, fai tu), ma una di quelle notizie “inevitabili” (è il tempo che passa, bellezza, e tu non ci puoi fare nulla), ma che piacerebbe comunque non avvenissero.

Mario Signorino, “strana” figura di radicale. Molti dei vetusti lo conoscono alla redazione dell’“Astrolabio”, quella rivista che Ernesto Rossi e Ferruccio Parri fondano, dopo la insanabile rottura di Rossi con Mario Pannunzio. “L’Astrolabio” è al piano di sotto della sede del Partito Radicale, quando si sta a via di Torre Argentina 18. Lì, all’“Astrolabio” ci passano in tanti, da Marcello Baraghini a Giuseppe Loteta, da Gianfranco Spadaccia ad Angiolo Bandinelli, e chissà quanti ne scordo. Anche Marco Pannella scrive qualcosa; ricordo, per esempio, un’intervista a Guy Mollet, socialista francese di lungo corso. E sempre Pannella racconta che a volte scrive “coperto” da altri nomi, e in particolare cita sempre un qualcosa che prima o poi andrà recuperato, a proposito delle suore indiane del Kerala.

Mario dirige la seconda serie di “La Prova Radicale”, si sta, Bandinelli lo ricorderà bene, al piano ultimo di un palazzo di piazza Sforza Cesarini, quanti siamo a cercare di fare quella tutto sommato bella rivista? Quattro, cinque, forse. E lì si pubblicano anche i disegni di Reiser, di Wolinski…E un numero con la copertina di Pino Zac, un Andreotti nudo e compiaciuto, un Berlinguer berciante al posto del pisello. Lo sequestrano, quel numero per non so quale penale indecenza. Oggi farebbe ridere, quel disegno, una scrollata di spalle e via…

Quando un magistrato fascista, si chiamava Alibrandi, un giorno decide che bisogna mettere in gabbia 89 militanti dei Proletari in Divisa (emanazione di “Lotta Continua”), nella lista dei catturandi, inserisce, non ho mai capito perché, anche Giancarlo Cancellieri, Roberto Cicciomessere, Andrea Tosa e chi scrive; e assieme a questa banda di “sovversivi”, un professore membro dell’Accademia dei Lincei, il più che settantenne Bruno de Finetti, accusato di aver distribuito volantini incitanti la sovversione nella caserma di Orvieto. De Finetti, grande matematico, viene dal Movimento Politico dei Lavoratori di Livio Labor, sfortunata esperienza politica nata da una fuoriuscita dalle ACLI. Labor poi, con Luigi Covatta e altri, aderisce al PSI. De Finetti si iscrive al Partito Radicale; è anche direttore di “Notizie Radicali”, solo che non è iscritto all’albo, dunque “abusivo”. Nessuno glielo contesta mai. L’ordine del magistrato è di procedere all’arresto. Lo apprendiamo dal “Messaggero”, che pubblica tutti i nomi dei ricercati. Ci sono anche i due figli del ministro Taviani, che all’epoca gravitano attorno a “Lotta Continua”.

Si danno tutti alla macchia, in attesa che la cosa si risolva. La “regia” pannelliana prescrive altro. Cicciomessere si fa arrestare davanti a Montecitorio, gli tocca qualche giorno a Regina Coeli. Per Cancellieri, De Finetti e chi scrive, il copione prevede che ci si consegni qualche giorno dopo, in occasione dell’annuale inaugurazione dell’Accademia dei Lincei, di cui De Finetti fa parte, alla presenza dell’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone. Per tre-quattro giorni tocca fare il “latitante”. Di giorno, non sapendo che fare, il tempo lo trascorro all’“estero”: lunghe visite ai Musei Vaticani; la notte a casa di Mario, che abita anche lui a via della Panetteria, a un tiro di voce da Pannella, vedi mai che succeda qualcosa…

Come è finita con Alibrandi è un’altra buffa storia. Qui ricordo solo appunto l’ospitalità di Mario, le lunghe chiacchierate notturne, il suo raccontare di Ernesto Rossi che giustamente considera un “maestro”, il “suo” maestro; e il suo dubitare di certe analisi e iniziative di Marco…

Poi si è andati per altre strade. Lui l’esperienza al Senato per qualche legislatura, io i primi passi di giornalista; lui gli “Amici della Terra” con Rosa Filippini e Walter Baldassarri; il suo odio-amo nei confronti dei radicali…

Anche allora non s’era tutti “puri e duri”. Anche allora debolezze, fierezze, incapacità… anche allora, persone con cui ci si intende a sguardi, e altre con cui non si vuole condividere neppure l’aria, anche allora “famiglie”, gruppi, sintonie, antipatie… Ma anche nelle feroci polemiche che non sono mai mancate, e nelle accuse a sangue, s’era un po’ diversi. Non dico migliori; dico solo diversi. E anche Mario, che non le manda a dire, quando le vuole dire, è parte di quella “diversità”. Insomma, con lui, in ogni caso, un bicchiere lo riesci a bere, con lui a tavola ci stai.

Ora, chissà, da qualche parte con Walter Baldassarri ci guarda, e tutti e due commenteranno che siamo dei bischeri. Non è che ci creda, non mi convince per nulla neppure la famosa “compresenza”, però sarebbe bello che da qualche parte Rossi, Pannella, lui e altri che qui non ci sono più, stessero a osservarci, sornioni e divertiti. Come si dice? Addio Mario, che la terra ti sia lieve.

Il giorno 16 agosto 2016 00:30, Gaetano Dentamaro [a.k.a. Mr Bittertooth] ha scritto:

Apprendo da Beniamino Bonardi della morte di Mario Signorino (Messina 10 marzo 1938 – Roma 15 agosto 2016).

In un intervento qualche giorno fa, mi era capitato di ricordarlo come un radicale congressista deambulante, a causa probabilmente del vizio dell'eterna sigaretta. Da radicale teen-ager faceva parte della cerchia delle mie vittime per lo scrocco della sigaretta, spesso da preferire per la marca di lusso (Marlboro).

Il rituale era che prima mi mandava dove prescritto, poi apriva il pacchetto.

Se gli facevo una domanda sull'intervento in corso, rispondeva sempre con un pensiero secco e preciso.

Così anche se solo in quei primi anni l'ho potuto conoscere e apprezzare.

Sul sito della newsletter di amici della terra a questa pagina

è possibile scrivere un ricordo o un saluto.

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G.

Gaetano Dentamaro
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Ciao Mario,

apprendo ora, leggendo un commento di Beniamino Bonardi (...) della morte di Mario Signorino. Ne sono colpito e rattristato; alla stessa età che aveva il mio babbo (Bari 1925 - Roma 2003). Appena qualche giorno fa, in un intervento di dibattito precongressuale del Partito radicale, mi è capitato di citare e ricordate Mario Signorino compagno radicale, che apparteneva a quella categoria di congressisti deambulatori, sempre con la sigaretta in bocca, ai quali m'iscrissi anch'io, un irrequieto e da teen ager uno scroccone di sigarette... Con Torelli, Picca, Roccella, Mario era una delle vittime del mio scrocco, da preferire anche per la marca di lusso... Mario prima mi mandava dove prescritto e poi apriva il pacchetto. E un'altra cosa, si poteva star certi che se oltre alla sigaretta gli chiedevi un'opinione su chi parlava, su quel che diceva, il tempo e il modo di darti una risposta concreta, non evasiva, lo trovava sempre. Così anch'io che non l'ho quasi più visto negli ultimi decenni, ho avuto la fortuna di conoscerlo e di coglierne qualche insegnamento, grazie anche a quei primi preziosi Quaderni degli AdT che ho in prima fila in libreria, che facevano conoscere in Italia Amory Lovins, Barry Commoner... Ti faccio le mie condoglianze e vorrei pregarti di portarle anche a Rosa, e di farle avere queste righe. Avevo il suo numero, qualche tempo fa (mannaggia ogni volta sono anni) le telefonai per farle sapere delle attività di ricerca sull'eolico di alta quota ecc. Poi si è scassato il telefono e il suo numero è rimasto bruciato nella sim. Ciao, -- Gaetano Dentamaro

ps. Della scomparsa di Mario ho dato io notizia su una delle "liste radicali", . A commento di questa mia, copio qui le risposte di Valter Vecellio, Gianfranco Spadaccia, Sergio Rovasio. Poi ne approfitto per dire che sento che sarebbe bello, forse anche utile, che i vivi che siamo si rivedessero, parlassero di nuovo un po' più a lungo e come forse sai e sa chi ci legge, dal 1° al 3 settembre prossimi è convocato il 40° Congresso (straordinario) del Partito radicale TNT, un Congresso che per la prima volta viene convocato da 1/3 degli iscritti "da almeno sei mesi" come prescrive lo Statuto. Il Congresso si svolgerà presso la Casa circondariale di Rebibbia a Roma, anche questa una prima volta per il partito e per un partito politico, sotto lo slogan "Da Ventotene a Rebibbia": un "Elogio della galera", vedremo se solo nostalgico o programmatico, capace di percorrere ancora qualche millimetro nella direzione giusta. Ancora un abbraccio a tutti quelli che gli sono stati più vicini e Ciao, Mario

come se fossi sempre tra noi

Sei stato un riferimento importante, caro Mario, anche e soprattutto quando occorreva andare contro corrente. Grazie, ricorderò sempre anche la tua ironia.

Addio Mario

Grazie di quel che mi hai insegnato