QUEL CHE C’È DA SAPERE
In vista delle iniziative annunciate dalla Commissione Ue per il prossimo autunno, il 26 giugno il Parlamento europeo ha approvato due risoluzioni sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, in cui esamina lo stato dell’arte in merito al raggiungimento degli obiettivi indicati per il 2020 e indica i possibili obiettivi per il 2030.
Nella risoluzione sulle energie rinnovabili, approvata con 444 voti a favore, 103 contrari e 23 astensioni, si rileva che “l’Ue è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo per il 2020, ma esprime la propria preoccupazione per il gran numero di paesi (Belgio, Francia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito) che, secondo la relazione 2015 della Commissione sui progressi compiuti nel campo delle energie rinnovabili nel periodo 2014-2020, potrebbero dover rafforzare le loro politiche e i loro strumenti per soddisfare i loro obiettivi per il 2020, mentre tale raggiungimento è altresì incerto per Ungheria e Polonia”. Altri Paesi, invece, come Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Croazia, Italia, Lettonia, Lituania, Austria, Romania, Finlandia e Svezia, hanno già raggiunto con largo anticipo i loro obiettivi per il 2020 o lo faranno tra breve.
In merito alle politiche degli incentivi, la risoluzione “sottolinea l'importanza di meccanismi di sostegno per le energie rinnovabili, stabili ed efficaci sotto il profilo dei costi, per investimenti a lungo termine che rimangano reattivi e adattabili a breve termine e siano adeguati alle necessità e ai contesti, permettendo una graduale soppressione dei sussidi per le tecnologie rinnovabili sufficientemente mature; accoglie con favore il fatto che numerose tecnologie nel campo delle energie rinnovabili stiano divenendo rapidamente competitive, sotto il profilo dei costi, rispetto alle forme convenzionali; sottolinea che la transizione energetica dipende dalla trasparenza, dalla coerenza e dalla continuità di quadri giuridici, finanziari e normativi al fine di rafforzare la fiducia degli investitori; si rammarica delle modifiche retroattive ai meccanismi di sostegno alle energie rinnovabili che alterano il ritorno sugli investimenti già effettuati; invita gli Stati membri ad annunciare sempre qualsiasi adeguamento dei regimi di sostegno alle rinnovabili e a procedere ad ampie consultazioni con le parti interessate con largo anticipo; invita la Commissione a controllare la compatibilità dei regimi di sostegno nazionali con gli orientamenti della Commissione europea al fine di evitare inutili ritardi nella loro attuazione e ridurre al minimo eventuali distorsioni del mercato”.
La risoluzione invita la Commissione Ue a elevare l’obiettivo indicato per il 2030 da almeno il 27% ad almeno il 30%, “prevedendone l'attuazione attraverso obiettivi nazionali individuali”.
Il Palmento europeo affronta anche il tema del riscaldamento e del raffrescamento, su cui la Commissione Ue ha fatto una comunicazione in febbraio. A questo proposito, la risoluzione “sottolinea la mancanza di progressi e la modestia degli obiettivi fissati per quanto riguarda il ricorso alle energie rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffreddamento, in particolare negli edifici; sottolinea l'enorme potenziale insito nel continuo progresso nell'utilizzo delle energie rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento; constata che il settore del riscaldamento e del raffreddamento rappresenta metà del consumo finale di energia dell'UE e che, di conseguenza, svolge un ruolo chiave per il raggiungimento degli obiettivi dell'Unione in materia di clima e fonti energetiche rinnovabili; riconosce i vantaggi derivanti da un maggiore impiego delle energie rinnovabili nel settore del riscaldamento e raffreddamento; sottolinea la maggiore flessibilità dell'infrastruttura e dello stoccaggio termici sotto il profilo di una migliore integrazione delle fonti rinnovabili variabili tramite lo stoccaggio dell'energia sotto forma di calore, il che assicura un elevato rendimento dell'investimento e offre possibilità di miglioramento della qualità dell'occupazione locale; invita la Commissione a colmare le lacune regolamentari nel quadro del pacchetto legislativo sulle energie rinnovabili post 2020; ribadisce che gli sforzi nel settore del riscaldamento e del raffreddamento offrono elevate possibilità in termini di miglioramento della sicurezza energetica (dato che il 61 % del gas importato nell'Unione europea è utilizzato negli edifici, principalmente per il riscaldamento) ad esempio tramite lo sviluppo di reti per il teleriscaldamento/teleraffreddamento, che rappresentano mezzi efficaci per l'integrazione su larga scala di sistemi di riscaldamento sostenibile nelle città, in quanto possono distribuire simultaneamente calore prodotto da varie fonti e non sono intrinsecamente dipendenti da alcuna fonte specifica”.
Infine, la risoluzione del Parlamento europeo “reputa di primaria importanza stabilire il diritto fondamentale all'autoproduzione e all'autoconsumo, nonché il diritto di stoccare e vendere a una tariffa equa l'energia elettrica eccedente”, e “sollecita l'introduzione di un nuovo capitolo dedicato all'energia comunitaria e dei cittadini nella direttiva sull'energia rinnovabile riveduta, al fine di eliminare i principali ostacoli amministrativi e di mercato nonché fornire un contesto di investimento più propizio per l'autoproduzione e l'autoconsumo di energia rinnovabile”.